Gibilterra, la disputa sulla pesca cela lo scontro tra Spagna e Gran Bretagna per la sovranità sulla Rocca

Di Matteo Rigamonti
20 Agosto 2013
La disputa che origina trecento anni fa afferisce a delicate questioni di diritto internazionale ed ora esplosa per via delle pretese avanzate dai pescatori spagnoli e dal governo di Madrid

Alta tensione tra Madrid e Londra per la sovranità su Gibilterra. Le proteste dei pescatori spagnoli (una cinquantina di navi in tutto), le cui barche sono state scortate dalle navi della Guardia Civil, in seguito alla decisione da parte delle autorità britanniche di erigere una barriera in mare per rafforzare la pista dell’aeroporto, ma con l’effetto pratico di impedire la pesca a strascico nelle acque del porto, semplicemente celano la centenaria e finora mai risolta disputa tra Spagna e Gran Bretagna per la sovranità sulla Rocca e i territori (6,8 chilometri quadrati in tutto) e le acque ad essa adiacenti.

SOVRANITÀ. Il possesso della Rocca di Gibilterra, infatti, è stato ceduto dalla Spagna con il trattato di Utrecht del 1713 alla Gran Bretagna, ma non la sovranità. L’Unione Europea ha poi più volte invitato i due contendenti a risolvere la questione. La Spagna avrebbe voluto riacquistare la sovranità piena ma così non è stato e la Costituzione del 1969 stabilisce che il territorio di Gibilterra goda di un governo autonomo, ma dipende dalla Gran Bretagna, che qui ha una base militare, per quanto concerne sicurezza e difesa: le autorità militari infatti sono l’esercito britannico, la Raf (Royal Air Force) e la marina militare britannica (Royal Navy), che proprio in questi giorni ha portato le sue navi nelle acque di Gibilterra, ufficialmente per un’esercitazione in programma da tempo.

CONQUISTA. Senza considerare il fatto che, come recentemente dichiarato da Natalino Ronzitti, docente di diritto internazionale all’Università Luiss, alla Radio Vaticana, «a quei tempi, a differenza di oggi, la conquista era un modo legittimo di acquisto della sovranità territoriale». Secondo Ronzitti, che conferma la tesi secondo cui non si tratta solo di un problema di pesca e di diritto del mare, la questione potrebbe finire davanti alla Corte Internazionale di Giustizia o alla Corte di Giustizia Europea.

CONTRABBANDO. Intanto le autorità doganali spagnole per ripicca hanno intensificato i controlli sui turisti diretti a Gibilterra, che ora durano anche molti minuti, con l’effetto di rallentare notevolmente il traffico in entrata e scoraggiarne gran parte. E ciò nonostante siano molti gli spagnoli che pure lavorano oltre confine. Da Madrid giustificano la precauzione con il fatto che Gibilterra è una delle maggiori porte per il contrabbando e, al tempo stesso, il premier Mariano Rajoy ha minacciato l’introduzione di una tassa alla frontiera. Tassa che la Commissione europea ha dichiarato illegale. Il premier londinese Cameron, invece, ha chiesto l’invio di ispettori dell’Unione europea. Tra una settimana si potrebbe già sapere qualcosa di più.

@rigaz1

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