
Giappone, le Olimpiadi tirano più del nucleare. Il candidato pro atomo vince le elezioni a Tokyo puntando sui Giochi
Più che il nucleare, poteron le Olimpiadi. Parafrasando Dante, è questo il motivo per cui i giapponesi hanno eletto ieri come nuovo governatore di Tokyo Yoichi Masuzoe, membro del partito al governo e aperto sostenitore della causa nucleare nonostante il terremoto e lo tsunami che nel 2011 hanno causato l’incidente alla centrale di Fukushima.
MEGLIO LE OLIMPIADI. Tre anni dopo, i pochissimi giapponesi che si sono recati alle urne per votare (appena il 34%) non hanno ascoltato i candidati che hanno fatto della retorica anti-nucleare, ancora molto forte nel paese, il messaggio chiave della campagna elettorale. Hanno invece preferito Masuzoe che, liquidando in poche battute il problema nucleare proponendo una «graduale diminuzione» della dipendenza nipponica dall’atomo, si è concentrato sulla preparazione delle Olimpiadi, che saranno ospitate nel 2020 dalla capitale giapponese. «Prometto che i Giochi olimpici e paralimpici del 2020 saranno un successo», ha ripetuto spesso, portando a casa la vittoria.
PIANO PRO NUCLEARE. La sua elezione non è stata certo un referendum sull’energia nucleare, ma non si può ignorare che il candidato di opposizione Morihiro Hosokawa aveva promesso, se eletto, di mandare all’aria il piano energetico del governo di Shinzo Abe. Ad oggi nessuno dei 52 reattori nucleari giapponesi è in funzione ma il governo ha promesso di presentare un piano per farli ripartire in modo graduale.
IL COSTO DELL’ATOMO. Prima dell’incidente di Fukushima, il 30 per cento dell’energia usata dal Giappone proveniva dalle sue centrali nucleari. Nonostante la maggioranza della popolazione si sia pronunciata in diversi sondaggi contro l’atomo, il governo non ha alcuna intenzione di spendere per l’energia 34 miliardi di dollari in più all’anno, secondo le stime più favorevoli, 68 secondo quelle più pessimiste, rinunciando al nucleare.
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