Gerusalemme, va in onda la Preghiera straordinaria della Chiesa per la riconciliazione, l’unità e la pace

Di Rodolfo Casadei
24 Gennaio 2011
Iniziativa nata cinque anni fa da un gruppo di laici e monaci italiani e svizzeri. E' stata proposta alle autorità di tutte le Chiese presenti in Gerusalemme. Ogni Chiesa presiede a turno la Preghiera, realizzandola secondo le specificità della propria tradizione. Le sessioni vengono trasmesse in diretta da numerose emittenti televisive

Se c’è un posto nel mondo dove la celebrazione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani si mostra quanto mai opportuna e i suoi obiettivi assolutamente urgenti, quello è senz’altro Gerusalemme. Nei pochi chilometri quadrati della Città santa convivono gomito a gomito, spesso con disagio e talvolta con forti ostilità, tredici Chiese con ministero episcopale e altre comunità cristiane senza ministero episcopale.

L’accesso delle varie confessioni cristiane al Santo Sepolcro
è regolato dallo status quo decretato al tempo dell’Impero Ottomano. Le tensioni politiche, poi, sono quelle che tutti conoscono. Così capita che Gerusalemme sia l’unico posto al mondo dove la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani viene celebrata non in coincidenza con la terza settimana di gennaio (18-25 gennaio quest’anno), ma la quarta, per rispetto verso la Chiesa armena ortodossa che celebra il Natale nella terza settimana di gennaio. E che il tutto coincida con la Terza giornata internazionale di intercessione per la pace in Terra Santa, patrocinata dal Pontificio consiglio Giustizia e Pace: ventiquattro ore di preghiera per la pace nella terra di Gesù che hanno luogo fra il 29 e il 30 gennaio in tutto il mondo. L’anno scorso aderirono comunità in 1.103 città del pianeta.

Ma c’è un’altra iniziativa di preghiera, meno conosciuta eppure molto ben concepita, che ha luogo negli stessi giorni e negli stessi luoghi, e si chiama Preghiera straordinaria della Chiesa per la riconciliazione, l’unità e la pace cominciando da Gerusalemme. Nata cinque anni fa per iniziativa di un gruppo di laici e di monaci italiani e svizzeri che avevano tenuto una veglia di preghiera notturna all’interno della basilica del Santo Sepolcro, la preghiera è praticata da singoli e gruppi in tutto il mondo che ogni sabato, alle ore 19 della Terra Santa o alle ore 18, pregano in contemporanea, idealmente per un’ora, ma anche pochi minuti, con Cristiani di Gerusalemme, alcuni dei quali si trovano all’interno della Basilica di Gerusalemme per le tre intenzioni indicate.

Ogni Cristiano è inviato a pregare nella forma che giudica opportuna,
anche se alcune preghiere sono proposte. Per esempio, si può partecipare ad un’Eucaristia o a una Santa Cena (l’iniziativa fin dall’inizio è stata ecumenica), oppure si può praticare una sequenza di cinque letture bibliche accompagnata da preghiere tipiche della tradizione di appartenenza. Fin dall’inizio il gesto è stato pensato come qualcosa che doveva coinvolgere tutte le Chiese, per dar vita a una preghiera universale di intercessione, rivolta a Dio dal suo popolo tutto intero, per quanto diviso. Gli iniziatori della Preghiera straordinaria si sono perciò sin dall’inizio rivolti alle autorità gerarchiche di tutte le Chiese presenti in Gerusalemme, per ottenere la loro adesione e partecipazione alla preghiera.

Quasi tutte hanno aderito. In seguito la proposta si è fatta più stringente: è stato chiesto ad ogni Chiesa di presiedere a turno la Preghiera, realizzandola secondo le specificità della propria tradizione. Infine, le sessioni della Preghiera straordinaria presiedute da rappresentanti delle diverse Chiese sono state filmate e trasmesse in diretta da numerose emittenti televisive, accompagnate di volta in volta da un documentario che illustra la storia e la tradizione teologica e liturgica dell’entità ecclesiale chiamata a presiedere.

Il prossimo 29 gennaio a presiedere la Preghiera straordinaria sarà la Chiesa ortodossa etiope nella persona dell’arcivescovo Abba Matthias. Prima di lui avevano ospitato e presieduto la preghiera i vescovi della Chiesa apostolica ortodossa armena, del Patriarcato greco cattolico, della Chiesa evangelica luterana e della Chiesa siro ortodossa, la prima ad aderire e a vedere trasmessa televisivamente la sua liturgia, il 30 marzo 2009. A luglio toccherà alla Chiesa cattolica latina. L’emissione esiste in cinque lingue (arabo, francese, inglese, italiano e portoghese) e le tivù che già l’hanno trasmesso nelle precedenti emissioni sono la libanese Tele Lumiere, la francese KTO, la canadese Salt and Light, la cipriota Sat-7, l’egiziana Copt Tv, l’irachena Ishtar Tv, la brasiliana Cansão Nova, la ceca Noe Tv e le italiane Tele Pace, Tele Padre Pio, Tele Dehon e Tvm Arezzo.

«Noi siamo solo piccole mani che aiutano i pastori delle Chiese a fare quello che è giusto», spiega Veronique Nebel, una delle iniziatrici della Preghiera straordinaria. «Loro sono i pastori, noi siamo il gregge. Li aiutiamo là dove per loro è più difficile intervenire, a motivo di quelle divisioni che sono cristallizzate. L’intuizione che ci muove è che la Chiesa di Gerusalemme ha un carisma particolare, è la Chiesa madre, luogo iniziale della chiamata, per la vita della Chiesa, e il suo carisma spirituale agisce. Crediamo che se la Preghiera per l’unità, la pace e la riconciliazione nella Chiesa parte da Gerusalemme, sarà benedetta in modo speciale, perché Gerusalemme esercita il suo carisma di Chiesa madre».

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