Germania, capo intelligence: «Terroristi cercano di reclutare i migranti»

Di Leone Grotti
04 Giugno 2016
Georg Maasen alla Bbc: «Quello che mi spaventa è il tentativo di radicalizzare i rifugiati». Polizia di Francoforte: «Si fingono traduttori e si infiltrano nei campi profughi»
FILE - In this file photo taken Wednesday, Sept. 30, 2015, hundreds of migrants and refugees wait for Berlin's State Office of Health and Welfare,Lageso, the cities central registration point for asylum seekers in Berlin, Germany. Hundreds or more of Syrian refugees who want to return home are finding themselves trapped in Germany, often without their families. Some are going back illegally. (AP Photo/Markus Schreiber, file)

«I terroristi islamici stanno cercando di radicalizzare i rifugiati che arrivano qui in Germania». Poiché si tratta di decine di migliaia di giovani musulmani arrivati in massa l’anno scorso, e non di qualche decina di persone, l’allarme lanciato dal capo dell’intelligence tedesca è da prendere molto sul serio.

«IN OGNI MOMENTO». Intervistato dalla Bbc, Georg Maasen si dice «preoccupato» e non cerca neanche di minimizzare il problema: «Un attacco potrebbe essere condotto in ogni momento. Abbiamo rapporti di intelligence che quotidianamente provano la pianificazione di attentati terroristici in Germania. Ma quello che mi spaventa è il tentativo di radicalizzare i rifugiati».

RECLUTAMENTO TRA I MIGRANTI. I terroristi cercano di reclutare combattenti direttamente all’interno dei campi profughi. «Sono molto intelligenti e bisogna fare attenzione», ammette Wolfgang Trusheim, capo dipartimento della polizia di Francoforte. «Gli islamisti radicali sfruttano il fatto che i rifugiati non parlano tedesco e non capiscono la nostra cultura. Cercano di infiltrarsi nei centri per rifugiati facendo finta di essere dei traduttori o assistenti dei servizi sociali».

«DOVE VAI A PREGARE?». Saeed è uno dei tanti ad essere stato avvicinato da personaggi “strani” all’interno del campo profughi. È siriano ed è arrivato in Germania l’anno scorso, scappato dalla sua città natale, dopo che questa è stata invasa dall’Isis. Parlando all’emittente inglese mantenendosi anonimo, racconta: «Un giorno due uomini mi hanno fermato, mi hanno fatto tante domande, mi hanno chiesto dove andavo a pregare. Poi hanno cominciato a parlare male della Germania, dicendomi che non era un buon posto per noi, perché i musulmani non sono i benvenuti».
«Mi hanno detto anche che avrebbero potuto procurarmi dei soldi e un buon alloggio», continua Saeed. «Io mi sono allontanato subito perché conosco bene questo genere di atteggiamento. L’ho visto all’opera in Siria. Cominciano sempre così, poi ti fanno il lavaggio del cervello. Gli islamisti cercano gente come me».

CRISTIANI PERSEGUITATI. Anche la persecuzione dei cristiani nei campi profughi tedeschi potrebbe essere un segnale della presenza di islamisti. Secondo un rapporto di recente pubblicato da Open Doors, l’88 per cento dei 231 migranti cristiani intervistati nel 2016 è stato preso di mira dagli altri migranti islamici a causa della fede cristiana. Molti sono stati discriminati anche dalle guardie dei campi. Il 42 per cento dei cristiani, rimasti «scioccati», è stato insultato, il 37 per cento ha subito danni fisici, il 32 per cento è stato minacciato di morte. Queste testimonianze, secondo il responsabile di Open Doors, Markus Rode, «sono solo la punta dell’iceberg» e il clima all’interno dei campi si può descrivere con due parole: «Paura e panico».

@LeoneGrotti

Foto Ansa/Ap

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4 commenti

  1. giuliano

    i vermi di sinistra hanno creato questa invasione che ora si sta organizzando nella 2° fase, ovvero disposizione islamica quale massa di manovra per la conquista

  2. Menelik

    Lo vedete che sui migranti hanno ragione Salvini e Meloni?
    Lo hanno detto chiaramente:
    si devono soccorrere in mare per una questione di umanità.
    Una volta sulla terraferma stanno al centro di accoglienza il tempo necessario per stabilire identità certa con impronte per il riconoscimento e se effettivamente provengano da zone di guerra, che sono poche: Siria-Iraq, nordest Nigeria, Eritrea e le zone infestate dagli shabab.
    Questi restano e vengono seguiti fino all’inserimento sociale e lavorativo, con corsi di lingua.
    Tutti gli altri, tutti, vengono riaccompagnati nella capitale degli Stati da dove sono partiti.
    E i centri accoglienza temporanei devono essere messi in condizione da non permettere fughe per nessuna ragione.
    Nessuno si deve rendere irreperibile in quel periodo di decisione.
    Se si facesse davvero così, l’arruolamento dei terroristi non sarebbe un grosso problema.

    1. E poi vanno rimpatriati coloro che hanno precedenti penali per crimini violenti o che commettono reati penali, violenti o meno, che abbiano ottenuto lo status di profugo oppure no. Queste cose già scoraggerebbero certi comportamenti e certi tentativi subdoli di imporre l’Islam (“religione” professata dalla maggior parte dei clandestini) in Europa.

  3. diabolik

    Alcuni clandestini che arrivano sono già terroristi,purtroppo.

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