
Galliano, Sheen, Gibson: più che l’antisemitismo il problema è l’alcool
La sorte di John Galliano è toccata ad altri vip prima di lui. Hanno pagato molto, molto care le proprie intemperanze sotto i fumi dell’alcool. Prima dello stilista inglese, che ieri ha chiesto scusa per le sue esternazioni antisemite e si è fatto ricoverare in una clinica di riabilitazione, anche Mel Gibson era stato beccato in una situazione analoga.
Fermato per guida in stato di ebbrezza nel 2006, l’attore di Braveheart aveva iniziato ad inveire con insulti razzisti e antisemiti contro i poliziotti. La notizia e i verbali della polizia hanno fatto il giro del mondo demolendo la già malandata immagine del vecchio leone del cinema, a pezzi dopo il divorzio dalla moglie con cui stava da quasi trent’anni e nel bel mezzo di un’aspra battaglia legale per la custodia della figlia avuta dall’ultima fidanzata.
Di questi giorni è invece la notizia che Charlie Sheen, popolare attore della tv americana, è stato allontanato dall’ex moglie e dai due figli per le ripetute e violente minacce verbali. Come se non bastasse, Sheen si è messo pure a rivolgere insulti razzisti al proprio manager ebreo. Anche per Sheen, carriera in bilico (la Cbs ha deciso di chiudere la serie tv “Due uomini e mezzo”, di cui Sheen era protagonista dal 2003 e per cui percepiva 2 milioni di dollari a puntata) e percorso in clinica. Com’è triste la vita delle star.
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