
Fuori dalla palude del non fare. Cosa c’è nel numero di Tempi di giugno

Il ritardo sul Piano di ripresa e resilienza, la ricostruzione dopo l’alluvione in Emilia-Romagna, le grandi opere di cui l’Italia ha un bisogno disperato ma che non si riescono a sbloccare: «Il vero crimine è l’inerzia», dice Ercole Incalza nell’intervista che fa da copertina al numero di giugno 2023 del mensile Tempi. Ingegnere e architetto, ex super dirigente del ministero delle Infrastrutture, considerato il “padre” dell’Alta Velocità italiana, indefesso “uomo del fare” (qualità che gli è costata ben 17 procedimenti giudiziari, tutti finiti in altrettante assoluzioni), nel nuovo numero di Tempi Incalza spiega ad Alan Patarga come uscire “fuori dalla palude” dell’immobilismo. Promuove la governance unica non solo per i progetti del Pnrr, «come vuole l’Europa», ma anche per il post alluvione. E si dice «ottimista» per il Ponte sullo Stretto.
Elon il marziano, l’onda non più verde, la scuola dei talenti
Con il numero di giugno del mensile una nuova firma si unisce alla squadra di Tempi: è Marco Valerio Lo Prete, caporedattore economia del Tg1, che esordisce con un paradossale elogio della follia di Elon Musk. Grazie alla sua assurda fissazione di colonizzare Marte, infatti, il miliardario fondatore di Tesla e proprietario di Twitter sta svegliando il mondo, e l’Italia in particolare, sulla gravità delle conseguenze dell’inverno demografico.
Sempre sul fronte italiano, Lorenzo Castellani ragiona su come il governo può provare a sfruttare il malcontento crescente non solo tra i leader europei ma anche tra i protagonisti dell’economia rispetto al sempre più rigido dirigismo e autolesionista di Bruxelles in campo ambientale. Mentre un grande esperto di sistemi scolastici come Giuseppe Bertagna racconta a Emanuele Boffi come la valorizzazione dei talenti può effettivamente essere la leva di Archimede per risollevare la pubblica istruzione italiana ancora azzoppata dalle ferite del Sessantotto.
La tragedia di Paty, il rischio di DeSantis, la missione di Pozzi
Dalla Francia, Mauro Zanon presenta il libro-inchiesta che ricostruisce come «scandalo di Stato» gli ultimi tragici giorni di Samuel Paty, l’insegnante condannato a morte dai fondamentalisti islamici e lasciato solo da tutti, dalle istituzioni, dalle forze dell’ordine e perfino dai suoi colleghi. Dagli Stati Uniti, invece, Massimiliano Herber racconta la candidatura a frontman repubblicano in vista delle presidenziali 2024 di Ron DeSantis, che sembrava proprio il tipo perfetto per il dopo Trump. Finché non è ricomparso Trump. Completa la pagina degli esteri Rodolfo Casadei con un’analisi della nuova linea a base di negoziati e affari intrapresa dai sauditi nei rapporti internazionali, Iran compreso: se non puoi combattere gli avversari, allora prova a comprarli.
La grande intervista del numero di giugno di Tempi è di Leone Grotti con padre Norberto Pozzi, il carmelitano che ha perso una gamba saltando su una mina in Centrafrica ma si dice pronto a tornare in missione: «Chi lo ha detto che non si può evangelizzare con un piede solo?».
Gigantesco Manzoni, identikit dei conservatori
Molto spazio nel mensile se lo prende inevitabilmente Alessandro Manzoni, perché a 150 anni dalla morte e a 200 dalla stesura dei Promessi sposi, il grande cantore della miseria e del mistero delle anime è ancora un autore ammirato e avversato come nessun altro, scrive Francesco Valenti. Non solo, aggiunge Alberto Mingardi: anche il suo pensiero economico e politico a base di buon senso conserva intatta una notevole attualità e verità.
Si torna poi sulla politica italiana con il tema del “nocciolo della questione”, dedicato stavolta al fatidico – innanzitutto per Giorgia Meloni – “partito dei conservatori italiani”: chi sono davvero questi conservatori? E che spazio c’è per loro nel nostro paese? Provano a rispondere Marco Invernizzi e Piero Vietti, con l’aiuto di Sergio Belardinelli, Luigi Di Gregorio, Corrado Ocone.
Come sfogliare la rivista su carta e in formato digitale
Tutto questo e molto altro ancora nel nuovo numero del mensile Tempi. Comprese le rubriche delle nostre firme: tra gli altri, Giancarlo Cesana, Marina Corradi, Pier Paolo Bellini, Berlicche, Renato Farina, Massimo Camisasca, Fabrice Hadjadj.
In attesa che il mensile di giugno 2023 arrivi nelle loro case, tutti gli abbonati possono già sfogliare Tempi in formato digitale nell’area riservata del sito.
I lettori non ancora abbonati, invece, farebbero bene ad abbonarsi subito (a proposito: scopri perché abbonarsi conviene).
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!