
Fukushima, un anno dopo: telecamere e giornalisti entrano nella centrale nucleare
[internal_video style=”height: 245px; width: 366px; float: left; margin-right: 10px; margin-top: 5px;” vid=24445]I giornalisti di 30 testate estere e giapponesi sono entrati nella centrale nucleare Daiichi di Fukushima. È il secondo tour, permesso dallo Stato, tra i reattori che l’11 marzo scorso sono stati al centro del disastro nucleare più grave dopo quello di Chernobyl, in seguito al terremoto e al maremoto che hanno colpito il Giappone, lasciando sul terreno 20 mila persone tra morti e dispersi.
Due mesi fa il governo nipponico ha dichiarato che i reattori sono stati portati a uno stato di spegnimento a freddo. A causa della fuoriuscita di vapori nucleari, l’anno scorso 80 mila persone che vivevano a una distanza di 20 chilometri dalla centrale sono state evacuate e alla zona non sono ancora stati tolti i sigilli. In seguito al disastro, quasi tutti i 54 reattori del Giappone sono stati spenti per effettuare controlli di sicurezza ma ora il governo vorrebbe riaprirne qualcuno per diminuire la spesa, che sta diventando eccessiva, per gli approvvigionamenti energetici del paese.
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Per il tour concesso nella centrale di Fukushima, i giornalisti hanno dovuto indossare tute protettive contro le radiazioni, maschere anti-gas ed elmetti. Hanno visto tutto dai finestrini di un autobus, avendo il permesso di scendere una sola volta. Il direttore dell’impianto, che li accompagnava, in uno dei suoi discorsi si è scusato con chi ha dovuto abbandonare casa sua a causa delle radiazioni: «Siamo davvero dispiaciuti del grande inconveniente che abbiamo causato con l’incidente. Tra pochi giorni cadrà il primo anniversario dell’evento e quando ci ripenso, la parte peggiore era quando non riuscivamo ad evacuare i residenti locali». Alla fine del 2011 il governo ha detto che parte degli 80 mila residenti della “zona rossa” potranno tornare alle loro case entro breve.
twitter: @LeoneGrotti
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