
I “frutti del carcere”, una giornata per conoscere i prodotti delle cooperative
Il carcere può dare frutti. Frutti da cogliere domani 28 settembre, presso la cooperativa la Cordata, in via San Vittore 49. La Cordata è un’impresa sociale che si è sempre occupata di accogliere e ospitare offrendo insieme spunti educativi e un tetto per chi ne avesse bisogno. Una volta alla settimana, da circa due anni, la Cordata organizza, nel cortile interno del suo stabile, un mercato agricolo e di oggettistica varia, chiamato appunto “mercato artigianale e agricolo”. Da qualche tempo tra le bancarelle e le cassette di frutta e verdura trovano spazio anche i prodotti delle cooperative carcerarie.
USCIRE FUORI. Spiegano gli organizzatori che il problema più grande per queste cooperative è uscire dalle mura delle case di reclusione e fare conoscere ai cittadini la propria realtà e i propri manufatti, siano questi prodotti di serra o lavori in tessuto. Per questo motivo la Cordata ha pensato di ospitarne alcune nell’appuntamento classico settimanale – che si tiene ogni giovedì in via San Vittore 49. E provando poi, con la giornata di domani, a attirare l’attenzione dei cittadini sui prodotti delle cooperative, visto che collaborano all’evento anche il comitato di Zona 1 e Cittadini Solari per Milano. Un appuntamento nuovo, che potrebbe diventare fisso.
INCONTRI. Nel corso della giornata non ci sarà solo tempo per fare shopping, ma anche per ascoltare qualche intervento. Saranno presenti Lucia Castellano, consigliere e vicepresidente Commissione Regionale delle carceri, Massimo Parisi, direttore del carcere di Bollate, Alessandra Naldi, garante dei diritti dei detenuti di Milano e altri. Al mattino ci saranno testimonianze di detenuti che lavorano nelle cooperative, mentre nel pomeriggio si discuterà di “lavoro dopo il carcere”. Nel mezzo, Trasgressione, un gruppo misto di psicologi e studenti di varie facoltà, discorreranno con i detenuti, per ascoltarli e aiutarli.
TANTI PRODOTTI. Esposti tra i banchi ci saranno prodotti ortofrutticoli, dolciari e da forno e perfino di artigianato, mobili o gioielli. La varietà delle cooperative delle carceri lombarde è infatti molto vasta. La maggior parte di coloro che vi prestano servizio vivono in regime di articolo 21, che permette loro di uscire dal carcere nelle ore lavorative e tornarvi poi una volta terminato il compito. Alla Cordata ritengono che sia proprio questo il momento più a rischio per un detenuto, a metà tra la libertà. Il lavoro aiuta a non perdere di vista il percorso fatto.
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