
«Secessione democratica in Francia». Tre elettori su quattro non votano

Ha vinto, anzi stravinto, l’astensione alle elezioni regionali di domenica in Francia. Quasi tre francesi su quattro non sono andati a votare, record storico, e stamattina il premier francese, Jean Castex, ha lanciato l’allarme: «Far vincere l’astensione significa far perdere la democrazia. Oggi lancio un appello solenne a tutti i nostri concittadini: domenica prossima andate a votare». Non era mai accaduto prima in Francia che il 68% degli elettori disertasse le urne (contro il 50% delle regionali del 2015).
«Secessione democratica in Francia»
Nel suo editoriale sul Figaro, Alexis Brezet ha commentato: «Avremmo voluto, come si fa di solito la sera delle elezioni, pesare i rapporti di forza usciti dalle urne. Salutare la vittoria a sorpresa della destra, commentare la contro-performance del Rassemblement National (Rn), ironizzare sulle fini manovre ordite dagli strateghi dell’Eliseo. Avremmo voluto, insomma, parlare di politica, ma l’astensione sospende l’analisi e suona l’allerta civica. Siamo davanti a una vera secessione democratica, testimonianza inconfutabile del discredito che colpisce i partiti politici tradizionali, soprattutto quello di Emmanuel Macron, che aveva come obiettivo, ironia della sorte, quello di “ridurre la frattura democratica”».
Secondo Brezet, la «collera dei francesi» ha investito tutto e tutti, anche i lepenisti. Una collera nutrita da «disoccupazione, immigrazione fuori controllo, mancanza di sicurezza, islamismo, depauperamento della Francia periferica, massacro fiscale, fallimento della scuola ed ecologismo punitivo». La stessa collera che ieri aveva dato vita al fenomeno dei gilet gialli, oggi «nutre questa dissidenza civile».
Male Le Pen, malissimo Macron
Se l’astensione record è il fenomeno che caratterizza le ultime elezioni, ci sono altri risultati degni di nota. Innanzitutto il crollo di Lrem, il partito di Macron, che ha ottenuto su scala nazionale appena il 10% dei voti, umiliato nell’Alta Francia, dove il segretario di Stato Laurent Pietraszewski è stata eliminata al primo turno, nonostante il sostegno di ben quattro ministri, con appena il 9,1% delle preferenze.
Anche la formazione di Marine Le Pen, Rn, è andata molto meno bene del previsto, tanto che la sfida Macron-Le Pen alle presidenziali di primavera, data per scontato da tutti i sondaggi, è in forte dubbio. Potrebbe ottenere al secondo turno la vittoria nella regione Paca (Provence-Alpes-Côte d’Azur), ma per un partito che mirava a conquistare tre regioni, è un magro bottino. Soprattutto perché Rn non ha ancora alcuna formazione con cui allearsi per il secondo turno.
La rinascita dei gollisti
Soltanto la destra gollista dei Républicains (Lr) può festeggiare la vittoria. Xavier Bertrand, uscito dal partito ma rimasto nella stessa area politica, ha ottenuto il 44% nella regione dell’Alta Francia e quasi certamente sarà riconfermato presidente al secondo turno, dopo aver staccato i lepenisti di 20 punti percentuali. I gollisti sono in vantaggio in altre quattro regioni.
La destra repubblicana ha ottenuto in totale il 29% dei voti, i socialisti hanno raccolto il 18%, incalzati dai Verdi (Eelv), che hanno raggiunto il secondo turno quasi in tutte le regioni, Rn il 19% e Lrem il 10%.
Foto Ansa
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