Francia, tiene una conferenza con la Manif pour tous: cacciato dall’università

Di Redazione
27 Novembre 2018
L'incredibile caso di Philippe Soual, docente di filosofia da oltre 30 anni e specialista di Hegel. «L'università in Francia ormai è a senso unico, è inquietante. La diversità intellettuale è in pericolo»

Philippe Soual, insegnante di filosofia in Francia in diverse università da più di 30 anni e specialista di Hegel, si è appena visto cancellare di punto in bianco un corso sul pensatore tedesco dal consiglio accademico dell’ateneo Jean Jaurès di Tolosa. Come mai? È stato accusato da una associazione di studenti, l’Union des ÉtudiantEs de Toulouse (Uet), di essere un «portavoce della Manif pour tous», il movimento che ha condotto in Francia nel 2013 la campagna a favore dell’unicità del matrimonio tra uomo e donna, e quindi una persona violenta.

L’Uet, che riunisce studenti «omosessuali, trans e bisessuali», ha scritto in un volantino pubblicato su Facebook il 24 ottobre di non volere che «un luogo dove amiamo essere istruiti, nel quale non dovremmo sentirci vulnerabili e giudicati, apra le porte a questo genere di persone e a questo genere di discorsi. Noi moriamo ogni giorno nel mondo, siamo aggrediti, emarginati, violentati. Che cosa ne sarà del nostro dipartimento? Che accoglienza, che sostegno si vogliono dare alle minoranze?».

CORSO ANNULLATO

Detto che Soual non è affatto un portavoce della Manif, è vero che il professore ha avuto a che fare con il movimento, tenendo nel 2015 una conferenza alla terza Université d’été della famiglia su temi antropologici e sul ruolo della tecnica nel mondo contemporanea. Un professore di filosofia che tiene conferenze su temi filosofici: non è esattamente una notizia.

Ma, come dichiarato da Soual in un’intervista al Figaro, «dopo aver visto i volantini i miei colleghi dell’università si sono riuniti con urgenza e hanno deliberato tra di loro di ritirare il mio corso, invocando come motivo “il mantenimento dell’ordine pubblico”, temendo che questa faccenda porti a degli eccessi».

MORTE DELLA LIBERTÀ INTELLETTUALE

Il gruppo in questione si è distinto negli anni passati per aver bloccato il normale svolgimento dei lavori universitari con proteste e manifestazioni. «I miei colleghi», continua il professore, «avranno preferito ritirare il corso piuttosto che suscitare nuove tensioni e questo dimostra quanto questi studenti siano temuti. Ma a prescindere dalle ragioni per cui questi studenti protestano, il loro comportamento è inaccettabile visto che lottano contro la libertà di espressione e nuocciono alla qualità del dibattito in seno all’ateneo».

Il docente di filosofia non vuole sollevare polemiche, non accusa i suoi colleghi, ma constata che «l’università francese è sempre più a senso unico, la diversità intellettuale è in pericolo, ormai è un ambiente inquietante, mentre dovrebbe essere il luogo della libertà intellettuale per eccellenza». Per quanto riguarda il suo caso specifico, aggiunge: «Io mi chiedo: possiamo ancora convivere, quando non sappiamo più neanche ciò che significa essere Uomo, tanto che vogliamo eliminare le differenze tra maschio e femmina e non permettiamo neanche che se ne possa discutere?».

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