
Botta e risposta a colpi di velo tra influencer islamiche e cristiane

Parigi. Negli ultimi tempi, in Francia, la forte concorrenza tra cristianesimo e islam, se non addirittura di scontro culturale, si è spostata sui social network, e in particolare su Tik Tok, dove le influencer cristiane e islamiche affermano la propria identità religiosa a colpi di velo e consigli spirituali ai propri followers con l’obiettivo di evangelizzarli o “convertirli”.
Salima, l’hijabistas dell’islamosfera
Salima Aliani, trentenne originaria di Troyes, è una delle star velate dell’islamosfera francese che attraverso un linguaggio accattivante e moderno, avvicina i suoi followers alla religione islamica. Diventata famosa nel 2015 in occasione di un concorso di L’Oréal Paris, Salima Aliani è un esempio di “hijabistas” (contrazione di “hijab” e “fashionistas”) diventata celebre attraverso il suo canale YouTube, “Salima le vaut bien”, e i suoi profili Instagram e Facebook, dove pubblica tutorial per indossare il velo.
Salima Aliani è la più conosciuta di queste influencer del velo che utilizzano la libertà smisurata dei social network per diffondere la “moda islamica” e tramite essa i precetti della religione maomettana. Hello Cocoon, altra influencer molto nota in Francia, consiglia per esempio, tra un tutorial sul velo e un video su come fare un buon caffè, alcuni “libri spirituali”: tutti basati sul Corano e sugli hadith di Maometto.
Clara, la tiktoker cristiana e velata
Come le loro colleghe islamiche, sono centinaia le ragazze francesi che si definiscono “cristiane praticanti” e utilizzano Tik Tok e gli altri social alla moda per esibire la propria appartenenza religiosa: mettendosi in scena avvolte da un velo e rispondendo alle domande sulla spiritualità dei propri followers. Iniziato nel mese di febbraio, questo fenomeno, raccontato da Libération, è in piena espansione: le protagoniste sono tutte ragazze cristiane dai 13 ai 25 anni, che realizzano brevi video in lingua francese i cui contenuti vanno dalla guida per indossare il velo a riflessioni sulla vita di Cristo.
A novembre, Clara (@claraandjesus_), 18 anni, ha creato il suo “account cristiano” su Tik Tok, dedicato interamente alla «condivisione del messaggio di Cristo»: «Indossare il velo, fa bene al morale. Mi sento più libera con addosso il velo, e quando lo tolgo ho l’impressione di avere un peso che ritorna», ha raccontato al quotidiano. Oltralpe, il velo ha acquisito per le giovani generazioni un valore simbolico-religioso che non aveva forse mai avuto nell’ultimo secolo. «Nelle nostre società occidentali, non si riesce più a distinguerlo dalla religione, in particolare nell’islam», ha dichiarato a Libération Anne-Laure Zwilling, ricercatrice presso il Cnrs specializzata nelle evoluzioni religiose in Europa.
Tutte vogliono il velo
Per Zwilling l’improvvisa e intensa appropriazione del velo da parte di queste giovani e giovanissime ragazze corrisponde a un desiderio di messa in scena di sé tipico dei social. «Mostra bene l’importanza di esporre dei segni esteriori di pratica religiosa nei nostri giorni», ha aggiunto la ricercatrice. Secondo Anthony Feneuil, responsabile del master in Teologia all’Università di Lorraine, c’è anche una ricerca estetica nell’esibizione del velo. «La moda non è totalmente incompatibile con una religiosità sincera. Tutte le religioni si servono dei vestiti», ha spiegato Feneuil. Per Isabelle Jonveaux, sociologa ed esperta di religioni, autrice nel 2013 del libro Dieu en ligne. Expériences et pratiques religieuses sur Internet (Bayard), il fenomeno è generato anche da un desiderio già osservato tra i giovani credenti: riprendere delle pratiche di fede più rigoriste.
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