Fecondazione per single e coppie lesbiche: l’82 per cento dei francesi dice “no”

Di Leone Grotti
26 Marzo 2019
Un nuovo sondaggio Ifop certifica che i francesi sono massicciamente contrari alla "Pma senza padre". Ma il governo di Macron ha deciso di ignorarli

L’82 per cento dei francesi è contrario all’estensione della fecondazione assistita alle donne single e alle coppie di lesbiche. Lo rivela un nuovo sondaggio Ifop condotto a febbraio. Come confermato dal ministro per l’uguaglianza tra donne e uomini, Marlène Schiappa, la nuova legge sarà discussa prima dell’estate all’Assemblea nazionale e il governo di Emmanuel Macron vuole vederla approvata entro la fine del 2020, come riportato da Le Monde.

RIDATECI “MADRE” E “PADRE”

I francesi però non ne vogliono sapere. A gennaio 2018 era il 64 per cento a sostenere che i bambini nati con la fecondazione assistita hanno diritto ad avere un padre e una madre. Il dato è salito all’82 per cento nel settembre 2018 e ora è stato confermato dall’ultimo sondaggio Ifop commissionato dalla Manif pour tous.

Nella stessa rilevazione il 66 per cento dei francesi si è detto contrario alla modifica dei formulari scolastici approvata dal Parlamento. La dicitura “madre” e “padre” è stata cambiata in “genitore 1” e “genitore 2”. E ancora il 77 per cento ha dichiarato di ritenere «complementari» i ruoli di padre e madre nell’educazione dei figli.

LA FARSA DEGLI STATI GENERALI DELLA BIOETICA

Il governo di Macron, però, sembra intenzionato a ignorare la volontà dei francesi. Per dare una parvenza di democraticità alla decisione, l’Eliseo ha lanciato nei primi mesi del 2018 gli Stati generali della bioetica per considerare l’opinione dei cittadini su diversi temi spinosi, dalla ricerca sugli embrioni all’utero in affitto. L’estensione della fecondazione a single e coppie di lesbiche ha ricevuto un netto 90,61 per cento di argomenti «contro».

Nonostante questo, basandosi sulla relazione finale degli Stati generali della bioetica, il Comitato consultivo nazionale di bioetica francese (Ccne) ha decretato che l’estensione è positiva e auspicabile. La legge autorizzerà per la prima volta la nascita di bambini «progettati» per non avere un padre e aprirà molto probabilmente la strada all’utero in affitto.

L’UTERO IN AFFITTO È A UN PASSO

Il motivo che consente l’accesso alla fecondazione oggi è la sterilità della coppia. Secondo il ministro Schiappa, la pratica va estesa alle coppie di donne per ragioni di «giustizia sociale: attualmente ci sono donne in Francia che non hanno i mezzi finanziari per andare all’estero a fare la Pma, e quindi che non possono avere bambini, o che lo fanno con metodi artigianali che mettono in pericolo la loro sicurezza, la loro salute e che non sono auspicabili per il tipo di società che noi desideriamo». Stravolgendo però l’impianto originario della legge, cancellando ogni riferimento al carattere «patologico» dell’infertilità per sostituirlo con una giustificazione legata alla «giustizia sociale», come si potrà impedire in futuro l’accesso all’utero in affitto a una coppia di uomini omosessuali, proprio per sanare un altro tipo di «ingiustizia sociale», ovvero l’impossibilità di una coppia di uomini di avere figli? Sarà impossibile. L’utero in affitto è l’inevitabile corollario della «fecondazione per tutte».

@LeoneGrotti

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