
Francia: chiuse tre moschee. Trovate 334 armi, 34 da guerra

Dopo gli attentati di Parigi e la proclamazione dello stato di emergenza, la Francia ha lanciato una vasta operazione di perquisizioni in tutto il territorio, che ha portato al sequestro di 334 armi, di cui 34 da guerra. In soli 15 giorni, ha detto il ministro degli Interni Bernard Cazeneuve, «sono state trovate un terzo delle armi che normalmente vengono recuperate in un anno».
TRE MOSCHEE CHIUSE. Alcune di queste operazioni «sono state condotte contro predicatori di odio, pseudo-imam autoproclamati e pseudo-associazioni culturali che incitano all’odio», ha aggiunto. Due moschee sono state chiuse a Lione e Gennevilliers per «radicalizzazione islamista». Una terza è stata perquisita e chiusa mercoledì nella piccola frazione di Lagny-sur-Marne, nei sobborghi orientali di Parigi, a 25 chilometri dal centro della capitale, riporta il Le Figaro.
SCUOLE CORANICHE CLANDESTINE. Durante la perquisizione, nove persone considerate «radicalizzate» sono state assegnate ai domiciliari, ad altre 22 invece è stato proibito di lasciare il territorio. Uno degli imam «che dirigono» la moschea è stato portato al commissariato e qui detenuto, dopo che una pistola è stata ritrovata a casa sua. Le indagini hanno scoperto una scuola coranica clandestina, diversi documenti sul jihad e assicurazioni sulla vita firmate nel 2012. Tre «pseudo-associazioni culturali collegate» sono state fermate e saranno «sciolte il prima possibile».
IMAM ESPULSI. Quest’anno sono già stati espulsi dalla Francia 34 imam, 65 dal 2012. Insieme alle moschee, molte sale di preghiera sono state perquisite e chiuse temporaneamente, fino a quando durerà lo stato di emergenza.
Foto Ansa/Ap
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15 commenti
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Io spero vivamente che quest’articolo venga letto e analizzato in modo molto approfondito da coloro che continuano a sostenere il multiculturalismo e che la religione islamica è una professione pacifica, che è un grave errore affermarlo.
Riguardo al primo punto si può ampiamente dedurre che la Francia è l’esempio vivente del fallimento mondiale del multiculturalismo con la concezione attuale di esso, cioè con l’integrazione indiscriminata e totale di ogni persona anche se schedata. Il mio pensiero può essere considerato “trumpiano”, cioè che consiste nel respingere la totalità dei musulmani, perché ormai è evidente che la cultura cristiana non può convivere pacificamente con quella islamica. Il mio pensiero, però, non comprende il totale respingimento dei cristiani, ma una selezione rispetto al reato di clandestinità e, nel caso, rispetto ai precedenti penali.
Passo all’analisi del secondo punto.
Sia nel Corano e sia nella Bibbia ci sono riferimenti all’uso della violenza, ma la grande differenza sta nel fatto che i paesi occidentali cristiani avanzati non presentano uno stato di regime teocratico, cioè non sussistono alle leggi dei testi sacri, ma a un sistema giudiziario laico pensato con criteri differenti rispetto a quelli religiosi. La religione è vissuta a parte la concezione statale ed è praticabile facoltativamente.
La religione islamica non ammette uno stato laico, tranne durante governi dittatoriali che purtroppo si cercano di distruggere, ma solo teocratico e quindi la violenza viene accettata in quanto presente nel Corano.
Brani esempio
La Bibbia: Siracide 45,19; Ezechiele 28, 23
Il Corano: Sura LXVII,17; Sura IV, 92
La Bibbia contiene il Siracide. Ma i cristiani – a differenza degli ebrei- hanno in aggiunta il Nuovo Testamento, la NOVITA’ di N.S.G.C., la novità della croce :”Chi vuol essere mio discepolo prenda la sua croce ogni giorno e mi segua”, perchè “io sono la Via,la Verità e la Vita”, e dove si scopre pure che “nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”; il Nuovo Testamento è il SALTO DI QUALITA’ .
“…In soli 15 giorni, ha detto il ministro degli Interni Bernard Cazeneuve, «sono state trovate un terzo delle armi che normalmente vengono recuperate in un anno»…”
Per forza, sono gli unici quindici giorni in cui si sono svegliati dal letargo perenne in cui versavano. E non è perché sono in stato di emergenza: è perché prima i controlli non li facevano proprio, se non quelli all’acqua di rose. Le banlieues non sono mica nate sedici giorni fa…
Come dicevo, “filtrare il moscerino ed ingoiare il cammello”.
Non chiamatemi profeta di sventure, ma ho un forte sentore che ci sarà un altro attentato terroristico in Francia, probabilmente a Parigi, mercoledì prossimo, 9 dicembre, in occasione del 110mo anniversario della legge transalpina sulla laïcité.
Ma no, Diego!!, oremus !
Bisognerebbe sapere che la moschea ha più analogie con una casa del popolo (o del fascio, come si preferisce) che con una chiesa cristiana.
Ma questo nessuno ve lo racconterà mai in TV e non lo troverete su wikipedia.
Ho cercato su Wikipedia e in effetti si trova poco o nulla e questo è preoccupante (ma Wikipedia permette di rimediare).
Ho trovato tuttavia un articolo interessante sul referendum che in Svizzera ha proibito la costruzione di minareti (le torri delle moschee): basta cercare Controversia_sui_minareti_in_Svizzera su internet, consiglio la sezione “favorevoli” (al divieto).
Per chi avesse dubbi riguardo alla situazione Sirina e all’atteggiamento da tenere verso Erdogan, nell’articolo si trova una citazione eloquente:
“Recep Tayyip Erdoğan’s dichiarava: “La democrazia è soltanto il treno sul quale saliamo fino a quando saremo arrivati all’obiettivo. Le moschee sono le nostre caserme, i minareti le nostre baionette, le cupole i nostri elmi e i credenti i nostri soldati”
(Le minaret et sa signification (FR) , Comité d’initiative contre la construction de minarets)
L’avevo già letta.
Dovrebbero leggerla anche i soloni della sinistra italiana e francese.
Di quella americana obamiana da un anno in qua me ne strafrego, è un altro universo rispetto a noi con altri interessi in gioco che non coincidono con quelli nostri, un altro modo di vedere il mondo e di sentire.
E poi dopo c’è chi si stupisce che la Le Pen figlia “rischia” di essere il primo partito.
Idem Salvini da noi.
Dopo un’indigestione di anticristianesimo e di filoislamismo e di europeismo massonico a senso unico, è chiaro che un numero crescente di persone si sposta di là.
Io sono uno di quelli, un ex di quello che c’è adesso, sperando che possa ancora durare poco.
A dire pane al pane e vino al vino è chi non te l’aspetteresti. Non dico gli ecclesiastici, che, forse, è vero, devono smorzare i toni per ragioni non sempre chiare o condivisibili: ma certi politici potrebbero prendere posizione in modo netto non solo sulle moschee, ma anche su immigrazione e ius soli. Invece, prediche e censure di ogni genere scattano contro chi non vuole né moschee né più immigrazione né ius soli.
Ho l’impressione che l’occidente si sia convinto della “spontaneità” del proprio contesto culturale, come se fosse ovvio, incrollabile e irresistibile. Viviamo invece in un’epoca che è frutto di un percorso molto complesso, che ha radici profondissime e un equilibrio saldo solo in apparenza. L’occidente pare assopito, impigrito e nient’affatto pronto a difendersi. Chi pecora si fa, il lupo se lo mangia.
Stiamo assistendo all’erosione delle tutele sociali e più in specifico del lavoro, perchè in un mercato globale se vuoi competere con chi produce senza rispettare gli altri devi fare lo stesso, o soccombi. La Cina sta divorando il nostro progresso sociale (io credo anche grazie ad un piano -non so fino a che punto conscio- che con l’euro ha impedito agli stati del sud europa di svalutare e ostacolare l’invasione cinese, ma non mi dilungo), le tutele sindacali e previdenziali.
Allo stesso modo non si controlla l’immigrazione. L’immigrazione non ha nulla di male in sé. Stessimo accogliendo persone che condividono un percorso di maturazione sociale e culturale simile al nostro (e.g. i sud americani, per dire), non ci sarebbero grossi problemi. Ma quando accogliamo qualcuno che non condivide i fondamenti del nostro ordinamento e i nostri valori, ma li accetta temporaneamente senza pensare nemmeno ad adottarli, ebbene, dobbiamo stare molto ma molto attenti.
Perchè queste persone quando potranno rovesceranno il nostro sistema. La Cina non è una democrazia, come non lo sono gli stati islamici. In quegli stati non ci sono elezioni, non si vota, non si discute criticamente di politica.
Prima di concedere il voto a qualcuno e quindi condividere con esso tutta la ricchezza che i nostri avi hanno creato per noi (materiale, come le infrastrutture, gli ospedali, la previdenza ma anche immateriale, come cultura, scuola, università, usanze e tradizioni), dobbiamo accertarci che questa persona abbia tutti i mezzi per apprezzarli e capirli (e lo stesso dovremmo fare noi…).
L’idea della concessione automatica della cittadinanza e della nazionalità è perniciosa, essa deve essere il frutto di un percorso di comunione con la società in cui ci si inserisce. Solo allora si può sindacare su come le cose devono essere gestite. Altrimenti si resta a casa propria e si influenza il prossimo tramite la politica internazionale.
E attenzione, perchè il potere e l’influenza politica non si esercita solo con il voto, ma anche con il possesso delle attività produttive. Prima di permettere a persone che non condividono i nostri valori di decidere come gestire la nostra economia, dovremmo seguire un percorso di selezione analogo a quello della cittadinanza. Anche l’economa deve seguire valori etici.
Esiste un contratto implicito di cui abbiamo perso memoria: i nuovi nati sono accolti nella società perchè sono il nostro futuro, sono cresciuti dai nostri fratelli, che condividono il nostro modo di vivere. Per questo chi nasce ha diritto ad accedere a tutto il benessere creato dai suoi avi, perchè essi hanno fiducia nel neonato.
I giovani in passato non si formavano solo con la scuola, ma con l’interazione con il prossimo, con le tradizioni, passando tempo con gli altri e partecipando ad eventi con precise simbologie, un ricchissimo sistema sociale, culturale, che radici nella religione ma anche nella filosofia, nella scienza, nel linguaggio e nei simboli (semiotica e semiologia).
Ma se il neonato è cresciuto isolato da tutto questo, addirittura con valori incompatibili con quelli di chi gli dona l’accesso a così tante risorse, cosa stiamo facendo, con chi stiamo condividendo le leve del nostro avvenire?
Siamo in una fase molto critica e dobbiamo capirlo, prima che sia troppo tardi per prevenire o persino risolvere i problemi.
Che dire? Mi sembra un discorso ragionevole, equilibrato, serio, che ogni persona responsabile dovrebbe o potrebbe accettare per riflettere su decisioni prese o da prendere, come è stato per lo ius soli ancorché temperato, senza la leggerezza buonistica e retorica che c’è in giro. Siccome a dire queste cose è MicheleL e non un leader di Partito o di governo, la distanza dalla realtà delle nostra politica, al di là delle distinzioni di Destra e Sinistra, fa più paura e indignazione.
Scusate, ma qualcuno mi sa dire perchè tutto questo daffare alla caccia grossa non si è verificato negli anni precedenti la strage, ma solo dopo? Ci volevano oltre 150 morti per mettere in moto nient’altro che dei controlli -perchè altro non sono che semplici controlli…non erano mai state controllate le moschee prima ?
Controllano tutto, controllano se esci da un fruttaverdura con una banana in mano se non ti sei fatto fare lo scontrino, e non si sapeva niente di pistole, kalasnikov, coltelli, ecc? Mah!, mi sovviene un brano del Vangelo, quello perfino simpatico dove ironicamente si fa notare che si filtra il moscerino mentre si ingoia un cammello…
Perchè la Francia è ad oggi in “stato di emergenza”. La polizia può fare perquisizioni senza mandato del giudice. Presumibilmente lo “stato di emergenza” verrà esteso per qualche mese, ma si dovrà comunque trovare un modo per rendere queste azioni di controllo più agili in futuro. La discussione è aperta ed accesa, perchè ne va da un lato della sicurezza nazionale e dall’altro delle garanzie costituzionali dall’altro.