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Fotografia – Gli scatti di Sebastião Ribeiro Salgado
Sebastião Ribeiro Salgado è un fotografo documentarista brasiliano classe 1944 che da più di quarant’anni fotografa l’umanità in giro per il mondo: dagli indios ai contadini dell’America Latina, agli abitanti dell’Africa che muoiono a causa della carestia. Tra il 1986 e il 2001 si è dedicato a due progetti: il primo documenta la fine della manodopera industriale su larga scala, il secondo racconta l’umanità in movimento di profughi, rifugiati e migranti. I due progetti sono confluiti rispettivamente nei libri, editi da Contrasto, La mano dell’uomo, In cammino e Ritratti di bambini in cammino. L’ultimo libro pubblicato è del 2015 e si intitola Profumo di sogno. Viaggio nel mondo del caffè. I suoi scatti “letterari” potranno essere ammirati anche in Italia, dal prossimo 23 maggio al Forte di Bard, la sede della retrospettiva GENESI. Fotografie di Sebastião Salgado, a cura di Lélia Wanick Salgado, che resterà aperta fino al 30 settembre 2015.
La mostra presenta 245 scatti di Sebastião Salgado realizzati viaggiando nei cinque continenti. Questi, in bianco e nero, documentano la bellezza, la rarità, l’unicità di un prezioso patrimonio che dobbiamo salvaguardare: il nostro pianeta. L’occhio del fotografo lo intravediamo dietro l’obiettivo: è appassionato, concentrato, ammirato, speranzoso. La terra che immortale è per lui una risorsa eccezionale da contemplare, conoscere e amare: << vedo questo progetto come un percorso potenziale verso la riscoperta del ruolo dell’uomo in natura – ha affermato Salgado -. L’ho chiamato Genesi perché, per quanto possibile, desidero tornare alle origini del pianeta: all’aria, all’acqua e al fuoco da cui è scaturita la vita; alle specie animali che hanno resistito all’addomesticamento; alle remote tribù dagli stili di vita cosiddetti primitivi e ancora incontaminati; agli esempi esistenti di forme primigenie di insediamenti e organizzazione umane. Nonostante tutti i danni già causati all’ambiente, in queste zone si può ancora trovare un mondo di purezza, perfino d’innocenza. Con il mio lavoro intendo testimoniare com’era la natura senza uomini e donne, e come l’umanità e la natura per lungo tempo siano coesistite in quello che oggi definiamo equilibrio ambientale>>.
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