Forum delle Famiglie contro Fornero. «Più ascolto, meno ideologia!»

Di Francesco Belletti
16 Maggio 2012
Durissima lettera del Forum delle associazioni familiari al ministro Elsa Fornero che, durante un convegno, ha chiesto un riconoscimento per le coppie di fatto e quelle omosessuali.

In merito all’intervento del ministro Fornero alle celebrazioni della Giornata internazionale della famiglia di ieri il Forum delle associazioni familiari ha indirizzato una lettera aperta al ministro che aveva chiesto un riconoscimento per le coppie di fatto e dello stesso sesso. Ecco il testo. 

Quello del ministro Fornero, ieri nella Sala della Lupa, è stato un gran brutto scivolone tanto più perché piovuto su un evento istituzionale che nel nome della Giornata internazionale della Famiglia dell’Onu, per la prima volta riusciva a mettere insieme istituzioni e società civile attorno alla famiglia.
Il ministro ha mancato di ascolto nei confronti del lavoro dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia che nel suo Rapporto biennale aveva tracciato una fotografia della famiglia italiana che in due minuti è stata ridotta a carta straccia. Ma le famiglie, quelle autentiche ritratte dall’Osservatorio e non quelle molto più fantasiose del ministro, sono ormai all’angolo, grazie alle stangate e ad un regime fiscale che da troppo tempo penalizza proprio le famiglie e le famiglie con figli.
Ha mancato di ascolto nei confronti del padrone di casa, il presidente Fini, che aveva fatto un intervento mirato alle reali necessità della famiglia, e al suo insostituibile ruolo come “motore di sviluppo del Paese”.
Ha mancato di ascolto nei confronti del ministro Riccardi che aveva lavorato, insieme all’Osservatorio, per costruire una grande alleanza istituzionale e sociale intorno alla famiglia. Di questa alleanza ha bisogno il Paese, per uscire dalla crisi, di un sostegno diretto, concreto e urgente alle famiglie, non di generiche rivendicazioni di presunti diritti riservate a pochi gruppi sociali.
Ha poi mancato di ascolto verso tutti i genitori e alla loro quotidiana fatica educativa e lavorativa. Salita in cattedra, ha preteso di insegnare come si deve essere genitori, anziché impegnarsi su concreti sostegni diretti, e ha preteso di dire alle coppie come devono lavorare, anziché riconoscere la libertà di scelta di uomini, donne, coppie, famiglie. Dal governo il Paese si aspetta libertà e promozione, non insegnamenti un po’ antiquati su come vivere!
Ha mancato di ascolto (e di rispetto) nei confronti della Costituzione, che non ha alcun dubbio su cosa si intenda per famiglia, e che attorno al riconoscimento della “famiglia come società naturale fondata sul matrimonio” costruisce il patto di responsabilità pubblica delle famiglie, che hanno diritti e doveri. Col suo intervento ha spostato l’attenzione sul tema del riconoscimento delle coppie di fatto; ma davvero questa è una priorità per il nostro Paese? Ma avete parlato con i genitori, con i lavoratori, con le famiglie separate, con le famiglie vedove, con le famiglie che hanno figli disabili, con chi diventa povero perché gli nasce un figlio? Più ascolto, più osservazione, meno ideologia”!
Perché il ministro Fornero non denuncia piuttosto la totale inosservanza dell’art. 31, e fa qualcosa in tal senso? Dove sono le politiche previste dai Padri costituenti?
Ma soprattutto ha mancato di ascolto nei confronti dei bisogni veri delle vere famiglie sui quali l’incessante lavoro dell’associazionismo e dell’intera società civile era finalmente riuscito a concentrare l’attenzione delle Istituzioni. Si era, fino alla mattina di ieri, sulla soglia dell’approvazione definitiva del Piano famiglia da parte del governo, sia pure fortemente ridimensionato rispetto a quello tracciato dalla Conferenza sulla famiglia del 2010. Un Piano sul quale c’era – e c’è – la convergenza anche di Regioni e Comuni, di gran parte del sindacato e delle associazioni che riuniscono e rappresentano le famiglie. Un Piano dove finalmente si introduce come non più rinviabile un fisco più equo per le famiglie con carichi familiari – equità, non privilegi – grazie anche alla proposta del Forum del “FattoreFamiglia”. Ma il ministro Fornero ha semplicemente ignorato la questione. L’intervento del ministro Fornero ai presenti è quindi suonato come un sostanziale veto, o comunque un segnale di totale disinteresse rispetto ad un percorso che, dalla Conferenza nazionale di Firenze del 2007, con il ministro Bindi, passando attraverso la Conferenza nazionale di Milano del 2010, con il sottosegretario Giovanardi, ha portato finalmente per la prima volta la famiglia nell’agenda strategica del governo, con un Piano nazionale.
Con il suo intervento il ministro Fornero ha sostanzialmente affermato che altri sono i problemi, altre sono le priorità, rischiando di riportare in alto mare proprio quel Piano – a meno che il Piano stesso non venga sterilizzato e reso “puro documento di intenti”. Ma su questo non possiamo che chiedere vigilanza e garanzie al ministro Riccardi e al presidente del Consiglio Monti.

Francesco Belletti, presidente

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10 commenti

  1. Totonno58

    Io credo che sia il dott.Belletti ad aver mancato di ascolto nei confronti del min.Fornero, forse perchè troppo preso dalla favoletta in base alla quale il riconoscimento di alcuni diritti (delle coppie di fatto) lederebbe quelli di altri (le famiglie)…come tanti cattolici praticanti, e felicemente sposati, aspetto una svolta e, a questo punto, confido nel Min.Fornero:)

    1. Paolo

      totonno58: anch’io sono cattolico praticante e felicemente sposato solo che ho anche figli e nipoti vari e di sostegno ne ho sempre avuto poco, lei dovrebbe informarsi su cosa fa lo stato francese che non mi pare molto confessionale per il sostegno alle famiglie e ai figli. cordiali saluti

      1. lu8051

        Paolo,

        una cosa non esclude l’altra.

        Ma certo, se si parla solo di soldi, allora al diavolo anche tutti i “valori”.

        1. lu8051

          … e non creda che non conosca in prima persona i problemi di una famiglia – anch’io ho figli, e quindi vivo quotidianamente i problemi e le difficoltà.

          1. Paolo

            lu 8051 ma di che valori parla? cordiali saluti

          2. l88051

            Paolo, era una provocazione, perchè io ho parato di diritti (e di agevolazioni tra parentesi), e lei mi ha risposto dicendo che prima devono venire le agevolazioni per chi le aspetta.

            Io penso che le due cose possano, anzi debbano, viaggiare insieme

            cordiali saluti

      2. totonno58

        Paolo: nessun dubbio sul fatto che la famiglia abbia bisogno di sostegno e che il governo debba farsene carico…ma questo non esclude che ci siano diritti da riconoscere per altri nuclei che spesso sono molto ben consolidati! ricambio i saluti con cordialità:)

  2. lu8051

    le famiglie Italiane sono in crisi, questo è evidente.
    Ed è vero occorre uscire dalle ideologie. Tutte però: ci sono pesone che hanno una vita affettiva diversa, per qualcuno è peccato per altri no. Riconoscere loro dei diritti (e perchè no, forse anche qualche agevolazione) è una scelta di civiltà e non riduce affatto i diritti o i ruoli delle famiglie come le intendete voi.
    E la civiltà è una priorità. Perchè questo unisce il paese, invece di dividerlo anche nelle piccole cose.

    1. paolo

      caro lu8051 certo è civiltà ma lo è di più per chi come la famiglia, che ha figli, affetti, solidarietà allargata anche ad altri famigliari , e che le agevolazioni che pretende lei è anni che le aspetta ( es. quoziente familiare) e certo a maggior diritto.

  3. LaustLaval

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