La Lombardia è un modello, l’amicizia una patria

Di Emanuele Boffi
28 Settembre 2018
Sappiamo di essere fuori sincrono rispetto alle mode del momento (sovranismo e statalismo), ma qui a Tempi si pensa ancora che l’unica ricetta che oggi potrebbe fare del bene al paese è quella che per quasi vent’anni ha fatto il bene della Lombardia

Gentile Direttore, sono assai soddisfatto di trovarmi in compagnia della testata che stimo e seguo attentamente, nel tenere un atteggiamento che rifugge dal fariseismo nell’intrattenersi sulle vicissitudini giudiziarie di Roberto Formigoni. Anche astenendoci dall’entrare nel merito degli addebiti formulatigli non possiamo che rilevare da un lato il fatto anomalo che sia stato l’unico condannato per fatti che riguardano atti posti in essere da organo collegiale e che a suo carico ci sia anche un singolare accanimento “contra legem” nell’avergli congelato l’intero ammontare della pensione. Chi ha conosciuto l’operato generoso e la tensione al perseguimento del bene comune da parte di Formigoni ha a mio avviso il dovere di non voltargli le spalle: non si può essere amici ad orologeria se si crede nel valore dell’amicizia.
Daniele Bagnai

Caro direttore, sono amareggiata e stupita nel vedere che la condanna a Roberto Formigoni non ha provocato una reazione di sostegno tra la gente normale e soprattutto tra quelli che si consideravano suoi “amici”. Come si fa a dimenticare così velocemente tutto il positivo che noi cittadini abbiamo ricevuto nella gestione di Formigoni (sanità, scuola, ecc)? Come si fa a dimenticare tutto l’impegno e la passione che Formigoni ha messo nella sua entrata in politica e nelle sue scelte che hanno avuto sempre come obiettivo il bene della popolazione? Ho appezzato che voi abbiate pubblicato le lettere di chi lo sostiene, che testimoniano la stima nei suoi confronti anche di persone che non sono della sua stessa parte politica. Questo silenzio mi sembra che dimostri come ormai ci siamo abituati a questa dittatura strisciante che regna attualmente in Italia. Mi auguro che l’ingiustizia che Formigoni ha subito venga corretta in Cassazione. La saluto cordialmente ringraziando lei e la redazione per il lavoro che state facendo con Tempi.
Caterina, via email

Gentili Daniele e Caterina, condivido i vostri sentimenti e lo sconcerto, anche se devo ammettere che una delle risposte che ha dato Formigoni nell’intervista che abbiamo pubblicato qualche giorno fa mi ha indotto a vedere questo problema sotto una luce diversa. Rispondendo all’ultima domanda, ha detto Formigoni: «Molti di questi (amici, ndr) mi sono stati vicini. Non tutti, so perfettamente chi non lo è stato, ma questo capita nelle amicizie». Una risposta assai magnanima, e va reso onore a chi l’ha pronunciata.

Insomma, penso che adesso sia più urgente concentrarsi su un’altra questione; cioè fare in modo che chi non si lascia intimidire dal clima giustizialista che c’è in Italia, lo faccia pubblicamente. So per certo che in questi giorni in molti, anche appartenenti a partiti diversi da quelli in cui ha militato Formigoni, gli hanno personalmente dimostrato vicinanza. È un bene, ma non basta a mio parere. Occorre farlo pubblicamente. Qualche idea ce l’abbiamo e abbiamo già iniziato a lavorarci.

Di sicuro, come giustamente notate, va sottolineato che il modo in cui è stata amministrata la Lombardia nei tre lustri formigoniani ha dato non solo risultati straordinari sotto vari punti di vista (non ultimo quello di aver sempre mantenuto i conti in ordine, cosa non successa in tante altre Regioni), ma soprattutto di aver messo in atto un modello all’insegna della sussidiarietà che è vincente. Perché la sanità lombarda funziona, il buono scuola funziona, il welfare funziona, le infrastrutture funzionano. E perché funzionano? Di chi è il merito?

Sappiamo di essere fuori sincrono rispetto alle mode del momento (sovranismo leghista e statalismo grillino), ma qui a Tempi si pensa ancora che l’unica ricetta che oggi potrebbe fare del bene al paese è quella che per quasi vent’anni ha fatto il bene della Lombardia. Statalisti non lo saremo mai e sovranisti solo nel senso specificato da Joseph Roth: “L’amicizia è la vera patria”.

Foto Ansa

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