Formigoni docet

Di Roberto Formigoni
02 Agosto 2007
«Abbiamo avvicinato le necessità formative al territorio e al suo tessuto imprenditoriale. Ora tocca a Roma riconoscere il nostro ruolo»

Lo sviluppo dell’economia mondiale richiede sistemi formativi all’altezza delle sfide. Il vero capitale strategico è quello umano e mai come oggi la persona è il fattore decisivo della storia, del cambiamento, della crescita. È necessario perciò rispondere ai giovani, alle famiglie, che hanno aspettative crescenti nei confronti della scuola, e ai soggetti educativi che chiedono di vedere riconosciuto il valore del proprio lavoro.
Il recente rapporto della Fondazione per la Sussidiarietà sull’Educazione rileva che il 60 per cento delle famiglie vede quella educativa come un'”emergenza nazionale”. Due terzi di esse iscriverebbe i propri figli alla scuola privata nella convinzione di poter trovare una risposta più adeguata alle esigenze dei propri figli. I risultati della scuola italiana sono invece nettamente inferiori alle medie europee: l’Italia si trova agli ultimi posti della classifica Ocse per la qualità dell’istruzione, condizione che influisce negativamente sullo sviluppo economico e sociale del nostro paese. Per questo motivo, sono convinto che la politica oggi sia chiamata a rendere nuovamente popolare il tema dell’educazione e del capitale umano. Su queste basi stiamo lavorando da anni in Regione Lombardia, pur nei limiti stretti che ci concede lo Stato. Ogni anno destiniamo 50 milioni di euro al finanziamento del buono scuola, che ha segnato una grande rivoluzione per il paese.
Nella riforma della istruzione e della formazione professionale, nata nell’alveo del Comitato strategico per la competitività e confrontata con tutti i soggetti sociali e territoriali, viene rilanciata la centralità della formazione professionale come eccellenza storica della Lombardia. Abbiamo cercato di avvicinare le necessità formative al territorio della sua struttura produttiva attraverso il progetto dei Poli formativi per la formazione tecnica superiore, traducendole in opportune e appropriate forme organizzative di intervento formativo.
Abbiamo scelto di impostare un sistema educativo nuovo: libero, plurale, efficiente, eccellente, in cui ci sia un percorso scolastico che tenga conto delle esigenze della persona e del contesto produttivo. È questo che può aprire una reale possibilità di crescita competitiva e di benessere per il territorio lombardo e italiano. Più libertà di scelta, più competenze per chi frequenta un percorso formativo e maggior legame con le richieste del tessuto imprenditoriale sono ricette che la stessa scuola ci chiede insistentemente di applicare. Applicando il principio di sussidiarietà abbiamo ridisegnato un quadro di condizioni e regole che consenta alle scuole di competere in modo virtuoso e ad ogni persona di giocare i propri talenti e di cogliere più opportunità.
Ci attendiamo perciò che anche da parte del governo ci sia un leale riconoscimento del ruolo fondamentale che le Regioni hanno svolto in questi anni e che deve essere sviluppato e accresciuto: con la nostra legge regionale vogliamo assumere tutte le competenze in materia di istruzione e di istruzione e formazione professionale che la Costituzione ci assegna, nella completa espressione dei valori che fondano la nostra azione di governo: libertà di scelta, personalizzazione, partecipazione.

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