Dal Fondo nuovi nati alla social card fino agli assegni familiari. Pregi e paradossi delle agevolazioni per chi si trova in panne

Di Massimiliano Casto
14 Settembre 2014
Tra gli strumenti a supporto della famiglia ci sono dei limiti e dei paradossi, incentivi che funzionano e altri meno. Vediamo quali e come

È fuori dubbio che viviamo un momento di “grazia” per la speciale attenzione che la Chiesa ha per la famiglia. In un recente convegno della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco è intervenuto sulla famiglia, dichiarando: «Con fermezza, rispetto e insistenza torniamo a chiedere alle autorità responsabili di avviare politiche che esprimano un sì convinto alla famiglia». Lo stesso Santo Padre ha più volte insistito sulla necessità di «riconoscere quanto è bello, vero e buono formare una famiglia, essere famiglia oggi; quanto è indispensabile questo per la vita del mondo, per il futuro dell’umanità». E la famiglia, anche nei momenti di difficoltà e fatica – basti pensare alla grave crisi economica che l’ha investita – continua ad esserci, resiste, conforta, cura, ama, genera ed accoglie.

Per rendere la famiglia più solida, i governi che si sono succeduti hanno cercato di mettere in campo misure a sostegno della stessa ed oggi, nel panorama dei bonus e degli incentivi alla famiglia, troviamo molteplici interventi: incremento dei servizi di sostegno alla coppia ed al compito genitoriale; introduzione di misure di favore e sostegno per le giovani coppie che intendono contrarre matrimonio; politiche di incentivo alla natalità.

Ma anche tra questi strumenti a supporto della famiglia ci sono dei limiti e dei paradossi, incentivi che funzionano e altri meno. Analizziamo meglio quelli attuali e verifichiamone pregi e difetti.

FONDO NUOVI NATI. Ottima iniziativa, poiché l’arrivo di un bimbo in famiglia comporta inevitabilmente nuove esigenze e nuove spese. Per sostenerle è stato istituito un Fondo che favorisce l’accesso al credito delle famiglie con un nuovo figlio – nato o adottato – prevedendo la possibilità di richiedere un prestito fino a 5.000 euro da restituire entro 5 anni. Purtroppo, gli istituti di credito hanno la facoltà di concedere o meno il prestito, in quanto la presenza della garanzia del Fondo permette solo un tasso agevolato e non la certezza del finanziamento: la banca – accertata l’ammissione alla garanzia del Fondo – delibera autonomamente sull’erogazione del credito. Se quindi la valutazione è rimessa alla banca – in qualità di soggetto erogante – non esiste un diritto alla concessione del prestito. Ciascuna banca provvederà a chiedere la documentazione necessaria che, in ogni caso, non si discosterà dalla documentazione comunemente richiesta per la concessione di un prestito (es. busta paga, dichiarazione dei redditi, etc). E chi non ha la busta paga o un reddito dichiarato? Tale fondo rappresenta comunque, ad oggi, la misura di maggior successo tra le agevolazioni alle famiglie: con una dotazione iniziale di 25 milioni di euro sono stati erogati circa 34 mila finanziamenti a genitori di bimbi nati o adottati a partire dal 2009, per un controvalore di 166 milioni di euro.

SOCIAL CARD: LA CARTA ACQUISTI 2014. La carta acquisti è una normale carta di pagamento elettronico utilizzabile per il sostegno della spesa alimentare e sanitaria, e il pagamento delle bollette della luce e del gas; ha un valore di 40 euro al mese e viene caricata ogni due mesi con 80 euro sulla base degli stanziamenti via via disponibili. Viene concessa agli anziani di età superiore ai 65 anni o ai bambini di età inferiore ai tre che siano in possesso di particolari requisiti; la si può richiedere negli uffici postali, presentando il modulo con la relativa documentazione. Inoltre, per quest’anno, è stata prevista una carta acquisti sperimentale della durata di un anno, che interessa solo dodici città italiane con più di 250 mila abitanti ed è finalizzata a contrastare la povertà delle famiglie più marginali rispetto al mercato del lavoro e con figli minorenni. Purtroppo, non tutti riescono ad accedere a queste carte acquisti (né alla prima né alla seconda) per la complessità della procedura di richiesta e la mancanza di informazioni tra le persone che potrebbero averne diritto. Se ad esempio prendiamo come riferimento una grande città come Genova, su 990 richieste presentate: 313 pratiche (pari al 31,6 per cento delle domande ricevute) sono state valutate idonee; 630 pratiche (pari al 63,6 per cento delle domande ricevute) sono state ritenute non idonee; 47 pratiche (pari al 4,7 per cento delle domande ricevute) sono state sospese in attesa di chiarimenti o di integrazioni di documenti necessari alla valutazione.

FONDO DI SOLIDARIETA’ PER SOSPENDERE IL MUTUO. Torna operativo il Fondo di solidarietà che consente la sospensione, fino a 18 mesi, del pagamento dell’intera rata del mutuo per l’acquisto dell’abitazione principale. Bella agevolazione, ma con diversi limiti: ad esempio, tale sospensione non può essere richiesta per i mutui nei quali il debitore mutuatario è in ritardo nei pagamenti per oltre 90 giorni consecutivi al momento della presentazione della domanda. Inoltre la sospensione del pagamento della rata di mutuo è subordinata alla cessazione del rapporto di lavoro subordinato del mutuatario (ad eccezione delle ipotesi di risoluzione consensuale), di risoluzione per limiti di età con diritto a pensione di vecchiaia o di anzianità, di licenziamento per giusta causa o giustificato motivo soggettivo, di dimissioni del lavoratore non per giusta causa, con attualità dello stato di disoccupazione. Da quando è stato rifinanziato, in circa 1 mese e mezzo di operatività effettiva, il fondo ha consentito a 2.200 famiglie di sospendere per 18 mesi il pagamento delle rate dei mutui per la perdita del posto lavoro. Dai dati forniti dall’Abi e dalle Associazioni dei consumatori, si rileva che il Fondo di solidarietà ha riguardato circa 100 mila famiglie, per un controvalore di mutui – in termini di debito residuo – pari a 10,9 miliardi di euro, con un beneficio, in media, di 7 mila euro per famiglia.

ASSEGNI FAMILIARI. Sono un aiuto alle famiglie sotto forma di contributo mensile in busta paga o sulla pensione e costituiscono un sostegno per le famiglie di lavoratori e pensionati che rientrano in determinati parametri. Ma non tutte le famiglie ne hanno diritto e soprattutto l’importo cambia a seconda del reddito (ma non solo): infatti tante famiglie ne rimangono escluse perché l’assegno non spetta se la somma dei redditi da lavoro dipendente ed assimilati è inferiore al 70 per cento del reddito complessivo del nucleo familiare. In pratica il reddito complessivo del nucleo familiare deve derivare, per almeno il 70 per cento, da redditi di lavoro dipendente. Purtroppo la ratio della norma consiste nell’erogare l’assegno per nucleo familiare esclusivamente a favore di nuclei familiari che percepiscono redditi da lavoro dipendente, escludendo di fatto dall’agevolazione moltissime famiglie in cui tra i coniugi uno è lavoratore dipendente e l’altro è un autonomo (commerciante, artigiano o professionista).

BONUS MOBILI ED ELETTRODOMESTICI. Altra bella ed utile iniziativa per chi esegue lavori di ristrutturazione è la possibilità di usufruire di una detrazione del 50 per cento anche sulle ulteriori spese sostenute dal 6 giugno 2013 al 31 dicembre 2014 per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (nonché A per i forni e per le apparecchiature per le quali sia prevista l’etichetta energetica) finalizzati all’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione. La detrazione va ripartita in 10 quote annuali di pari importo ed è calcolata su un ammontare complessivo non superiore a 10 mila euro. In pratica, la detrazione è collegata agli interventi di manutenzione ordinaria – effettuati sulle parti comuni di edificio residenziale – e ai lavori di restauro e di risanamento conservativo effettuati sulle parti comuni di edificio residenziale e su singole unità immobiliari residenziali. Rientrano tra i “mobili” agevolabili letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, nonché i materassi e gli apparecchi di illuminazione che costituiscono un necessario completamento dell’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione.

FONDO PER L’ACQUISTO DELLA CASA GIOVANI COPPIE. Altra bella agevolazione è il “Fondo per l’accesso al credito per l’acquisto della prima casa da parte delle giovani coppie o dei nuclei familiari monogenitoriali” con una dotazione di 60 milioni di euro. Consente alle giovani coppie di ottenere un mutuo per l’acquisto della prima casa, anche se prive delle garanzie abitualmente richieste. In particolare, la norma dispone che a decorrere dall’anno 2014, l’accesso al Fondo è altresì consentito ai giovani di età inferiore a 35 anni titolari di un rapporto di lavoro atipico. I mutuatari devono avere alla data di presentazione della domanda di mutuo un’età inferiore a 35 anni e un reddito complessivo rilevato dall’Isee non superiore a 40 mila euro. Inoltre, non più del 50 per cento del reddito complessivo imponibile ai fini Irpef deve derivare da contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato. Il paradosso è che, se nella coppia c’è un lavoratore autonomo commerciante o artigiano o semplice socio di società, essa non può accedervi. Dall’inizio del Fondo, l’agevolazione ha riguardato complessivamente circa 140 mila famiglie.

* L’autore di questo articolo è tributarista e consulente del Lavoro

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