Fondi Nasko. «Il Centro aiuto alla vita Mangiagalli è senz’altro un’anomalia, ma solo positiva»

Di Giancarlo Cesana
11 Marzo 2014
Dichiarazione del presidente Fondazione IRCCS in merito al dibattito sui Fondi a tutela delle nascite. «Mi auguro possa essere tutelata e riconosciuta per il servizio sociale pubblico che evidentemente rende»

In relazione al dato fornito settimana scorsa dall’assessorato regionale alla Famiglia, secondo cui, nel 2012, il Cav Mangiagalli ha assorbito il 40% del totale del fondo Nasko e che questo rappresenta un dato anomalo, tengo a fare una precisazione.

Il Cav Mangiagalli è un’associazione di volontariato che da 30 anni è presente al Policlinico di Milano. E’ aperta tutto l’anno, agosto compreso, tutti i giorni. Per poter offrire – oltre al sostegno psicologico e materiale alle donne incinta che sono in difficoltà – anche i servizi sanitari indispensabili per le mamme ed i neonati, dal 2000 gestisce il consultorio familiare accreditato “Genitori Oggi”. I bambini che il Cav Mangiagalli ha aiutato a nascere sono oltre 16.663. Nel 2013, il Cav Mangiagalli ha incontrato 1.107 donne al primo trimestre di gravidanza e ha attivato 341 progetti Nasko. Tutti i dati sopra elencati esprimono senz’altro un’anomalia del Cav Mangiagalli, ma solo positiva, che mi auguro possa essere tutelata e riconosciuta per il servizio sociale pubblico che evidentemente rende.

Prof. Giancarlo Cesana

Presidente Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico

 

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    6 commenti

    1. Kan63

      Tra l’altro la presenza di consultori che aiutassero le donne a non abortire se non sbaglio era un caposaldo (dimenticato) della legge194…

      1. filomena

        Non è così. I consultori hanno la funzione di supportare la donna ma rispettando le sue scelte.
        Teoricamente lo stato attraverso il sistema sanitario dovrebbe rimuovere quegli ostacoli di ordine economico o comunque pratico che ostacolano la prosecuzione della gravidanza posto che queste siano le ragioni della scelta di abortite.
        Nei casi però in cui la donna è determinata ad abortire perché non intende avere figli, non deve essere indotta a cambiare idea perché come nel caso contrario (cioè in cui la donna sia determinata a portare avanti la gravidanza) sarebbe violato il principio che sta alla base della legge 194 e cioè l’autodeterminazione della donna.

        1. giovanna

          Questa è bella , “teoricamente ” lo stato dovrebbe rimuovere gli ostacoli…ma se è un caposaldo della legge 194, con cui l’hanno data a bere a tanta brava gente , perché considerarla una cosa normale?
          Poi, non è affatto vero che , secondo la legge, la donna basta che sia decisa e può abortire sempre e comunque.ma “teoricamente”, cioè secondo la legge in effetti, , solo perché ne avrebbe un danno certificato per la sua salute fisica e mentale.
          La legge 194 non è nemmeno lontanamente una legge sull’autodeterminazione della donna…teoricamente….
          Ma io mi sono sempre chiesta, ma cosa ci guadagnerà una persona, un uomo o una donna, nell’approvare, nel favorire, nell’incentivare l’aborto, l’uccisione del proprio bambino, in una mamma ?
          Bisogna essere proprio cattivi, cattivi dentro, non ci può essere altra spiegazione: il male esiste.

          1. Terrùn

            @ sig Giovanna
            Perchè non lo chiede a Maroni e alla giunta Lombarda che vuole tagliare il fondo Nasko,perchè lo utilizzano anche le donne extracomunitarie.
            Questa è forse un anomalia?

        2. Kan63

          Cara Filomena, la vedo sempre molto attenta su questo sito, le do un consiglio, vada a leggersi i primi 5 articoli della legge 194/78 che la aiuteranno a inquadrare meglio come una legge a tutela della salute della donna (non mi sembra che nella legge si usi il termine “autodeterminazione” ma di stato di “serio pericolo per la salute fisica e psichica” quindi evidentemente come estrema ratio) é stata trasformata, disattendendo largamente questi primi 5 articoli, in un sistema di controllo delle nascite mentre era proprio scritto che bisognava “evitare che lo aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite”.
          Ben vengano iniziative come questa che vanno pienamente nel senso della legge cercando di equilibrarne le derive che il legislatore aveva tristemente previste e che, come spesso accade quando una delle parti in gioco non ha voce in capitolo (il nascituro), sono puntualmente arrivate.

          1. Ellas

            Per Filomena basta che si sia d’accordo su aborto, gender e femminismo e ateismo.

    I commenti sono chiusi.