
Fiat, Mirafiori: c’è l’accordo, la Fiom non firma
“Un accordo storico, quello firmato ieri dalla Fiat con i sindacati per il futuro di Mirafiori. Sergio Marchionne, amministratore delegato Fiat, ha assicurato che farà partire nel minor tempo possibile gli investimenti di oltre un miliardo per rilanciare lo stabilimento simbolo del gruppo. L’accordo non è stato firmato dalla Fiom-Cgil che, di conseguenza, non avrà più la rappresentanza sindacale all’interno dello stabilimento torinese” (Sole24ore, p. 1).
Emma Marcegaglia, presidente di Confindustria, ha parlato di «un’intesa che rappresenta un significativo elemento di innovazione per le relazioni industriali e che va a vantaggio dell’intero sistema economico e produttivo del paese». “Marchionne avrebbe però preferito «una condivisione del progetto da parte di tutti i sindacati». La Fiom, invece, ha deciso di non firmare quello che Roberto di Maulo, segretario della Fismic, ha definito «uno storico accordo». E non c’è dubbio che l’intesa presenti parecchi aspetti storici: una newco che nasce fuori dal sistema di Confindustria, un sistema di rappresentanza sindacale che ammette solo i firmatari degli accordi, un sindacato, la Fiom, che dunque non sarà più rappresentata all’interno di Mirafiori” (Sole24ore, p. 3).
L’accordo preso ieri sarà sottoposto all’approvazione dei lavoratori, attraverso un referendum in fabbrica, che partirà dal 10 gennaio. Ecco che cosa cambia: “Fiat e Chrysler investiranno in joint venture oltre 1 miliado di euro per produrre a regime 280 mila vetture l’anno, berline e Suv Alfa Romeo e Chrysler; pieno utilizzo dell’impianto su sei giorni attraverso turni avvicendati per 40 ore settimanali. Diciottesimo turno solo dietro pagamento dello straordinario; la retribuzione annua individuale verrà aumentata di 3700 euro per l’incidenza delle maggiorazioni di turno; mantenimento della pausa per la mensa nel corso del turno fino a che la joint venture non andrà a regime (2012); salvaguardia dei malati reali e interventi volti a colpire gli assenteisti, al fine di tutelare coloro che prestano la propria opera con assiduità; compensazione di oltre 32 euro mensili per l’assorbimento della pausa di 10 minuti resa possibile dalla nuova ergonomia; mantenimento di tutti i diritti esistenti e il loro milgioramento attraverso un nuovo contratto collettivo più favorevole di quello nazionale” (Corriere, p. 16).
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