
Festival gaylesbico. Il ministero del Lavoro vieta il palco all’attrice undicenne di Lolita
Dopo le polemiche sullo spettacolo della Bella Addormentata, arriva il turno di Lolita (nella foto, un’immagine del film di Adrian Lyne). La location è sempre Bologna dove, già pochi giorni fa, c’erano state vivaci proteste per la decisione del teatro Testoni di mettere in scena una rivisitazione della fiaba in cui la Bella Addormentata viene risvegliata da un principe transessuale. Da notare che tale rappresentazione era ritenuta adatta anche per bambini di 7 anni.
IL PELO DELL’UOVO. Ora è il turno di Lolita e, anche in questo caso, stiamo parlando di una rappresentazione che sarebbe dovuta andare in scena al Gender Bender 2013, il festival dedicato alle rappresentazione dell’identità di genere (26 ottobre – 2 novembre). Uno degli spettacoli in programma alla kermesse (il tema di quest’anno è “Il pelo nell’uovo”) è Lolita dei Babilonia Teatri, previsto per il 30 e il 31 ottobre. Ma il direttore artistico della manifestazione, Daniele Del Pozzo, ha ieri comunicato che «la Direzione Territoriale del lavoro di Bologna – Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, a cui abbiamo regolarmente depositato la richiesta di autorizzazione per l’interprete Olga Bercini di anni 11, ci ha chiesto una variazione del copione dello spettacolo per garantire la salute fisica e salvaguardare la moralità della minore nella parte di Lolita».
«ARMONICO E SERENO». Gli organizzatori della kermesse si sono lamentati della decisione. A loro dire, lo spettacolo è già andato in scena a Verona, Volterra, San Marino e Napoli senza alcun problema. Inoltre, sottolineano il fatto che il pediatra della bambina e i suoi genitori erano d’accordo che la minore potesse recitare la parte. «La relazione tra noi e Olga – aggiunge la comunicazione dei Babilonia – non si sostanzia in un mero rapporto di lavoro, ma si basa prima di tutto su una relazione umana. Per noi è chiaro che al primo posto sta il benessere di Olga, fisico e morale. Siamo coscienti che Olga è una ragazzina e che la priorità per lei è crescere in modo armonico e sereno. Crediamo che lo spettacolo creato assieme sia stato e sia occasione di crescita e di scambio e che in nessun modo le abbia e le possa arrecare danno».
Da notare, come spiega il sito di Repubblica-Bologna, che al festival c’è anche un altro spettacolo (“Victor”) «in cui compare in scena un minore, ma essendo una coreografia (del belga Jan Martens, in prima nazionale ai Teatri di Vita, venerdì 1 e sabato 2 novembre), e quindi senza copione, non ha dovuto passare le forche caudine [sic!] di “Lolita”».
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4 commenti
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il critico Stefano Casi scrive di”Lolita”
“ma approfondisce l’impercettibile spostamento dell’asse della ricerca artitica di Castellani e Raimondi, iniziato nello spettacolo precedente, dalla ricodifica dell’attore alla responsabilità dello sguardo dello spettatore. Lo spettacolo è “tutto” (si fa per dire) lì: nello sguardo dello spettatore”
ovvio che i cattolici vedono porno pedofilia e CALUNNIANO DELIBERATAMENTE questo piccolo capolavoro unico nel suo genere
c’è da pensare che chi lo vuole mettere in scena a tutti costi sia pedofilo
Ma come si fa a mettere in scena uno spettacolo ispirato ad un romanzo dichiaratamente pedopornografico?
Purtroppo l’ideologia del gender è famelica, non si arresta davanti a nulla e a nessuno. Le idee assurde che diffonde inquinano il corretto modo di ragionare e la vita delle persone. Basti pensare che la cosiddetta “disforia di genere” si dovrebbe curare, secondo questi ideologi, con orrende mutilazioni o altrimenti deturpando il corpo della povera vittima. E ora sono previsti stanziamenti ingenti di denaro per queste pratiche aberranti.