Festa della Gendarmeria vaticana, gli “angeli custodi del Papa”

Di Giuseppe Brienza
28 Settembre 2013
Si è svolta ieri l'annuale celebrazione dello storico corpo di vigilanza del pontefice. Il ricordo di Benedetto XVI e l'apprezzamento per il nuovo pontefice

Nel pieno della “pre-crisi” governativa il Corpo della Gendarmeria vaticana ha celebrato ieri la propria festa annuale, in leggero anticipo rispetto alla ricorrenza abituale, che è solitamente il 29 settembre, celebrazione liturgica dei Santi Michele, Gabriele e Raffaele, patroni di questo storico Corpo di vigilanza.

Gli “angeli custodi del Papa” hanno celebrato la loro festa nel “Giardino quadrato” dei Musei Vaticani, alla presenza quest’anno di un solo rappresentante del governo Letta, il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, laddove nel 2012 erano stati numerosi i ministri presenti del governo Monti, oltre all’allora Sindaco di Roma, Gianni Alemanno (ed anche Ignazio Marino quest’anno ha “latitato”).

“Cordiale riconoscenza” e “sincero apprezzamento” per la dedizione e la fedeltà con la quale i gendarmi prestano il loro servizio al successore di Pietro sono i sentimenti espressi da Papa Francesco in un messaggio indirizzato al cardinale Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato, e a Domenico Giani, comandante della Gendarmeria vaticana, nella ricorrenza (cfr. Riconoscenza e apprezzamento per la dedizione della Gendarmeria vaticana, in L’Osservatore Romano, 28 settembre 2013. p. 8).

Nel suo discorso iniziale il comandante Giani ha reso omaggio a Benedetto XVI, ricordando tra l’altro l’intensità con la quale la Gendarmeria ha vissuto gli avvenimenti seguiti all’annuncio della sua storica rinuncia. Così come ha sottolineato quanto la svolta impressa dallo stile pastorale di Papa Francesco abbia inciso sul servizio quotidiano anche della Gendarmeria. Uno stile, ha detto, «che ormai abbiamo interiorizzato» e fatto nostro nei suoi elementi principali: la sobrietà e l’umiltà. E non ha mancato di ricordare quanto i continui appelli alla solidarietà ripetuti dal Papa in diverse occasioni, siano condivisi dai suoi gendarmi. «Vogliamo assicurare al Papa che anche per noi “solidarietà” e una parola da non cancellare dal vocabolario perche ci appartiene» ed e quello che ci spinge a mettere un supplemento d’anima nel nostro lavoro, che si concretizza con piccole rinunce quotidiane per realizzare progetti di sostegno agli indigenti.

Come scrive il sito dello Stato della Città del Vaticano al Corpo della Gendarmeria sono demandate oggi «le funzioni di ordine pubblico, di sicurezza e di polizia giudiziaria» nello Stato del Papa. Esso fu costituito da Papa Pio VII, nel 1816, come “Corpo dei Carabinieri Pontifici”, a seguito della restaurazione dello Stato della Chiesa ad opera del Congresso di Vienna, convocato come noto dopo il crollo dell’Impero Napoleonico. Allora i gendarmi erano chiamati ad esercitare le proprie funzioni in tutto il territorio dello Stato che comprendeva I’Emilia Romagna, le Marche, l’Umbria ed il Lazio. Nel 1849, caduta la c.d. Repubblica Romana, il beato Pio IX, di ritorno dall’esilio forzato a Gaeta, riorganizzò i Corpi Armati, trasformando i Carabinieri in “Reggimento dei Veliti Pontifici”, Arma destinata a provvedere  alla pubblica sicurezza, che alla fine dello stesso anno denominò appunto “Corpo della Gendarmeria Pontificia”, passandolo alle dipendenze del Cardinale Segretario di Stato.

Dopo la conquista di Roma del 20 settembre 1870, un piccolo nucleo di Gendarmi continuò ad esercitare fedelmente in Palazzo e nei giardini vaticani il proprio servizio di sicurezza e di difesa del “Papa prigioniero”, fino al 1929.

Risolta la questione romana con i Patti Lateranensi e costituito il nuovo Stato della Città del Vaticano, il contingente dei Gendarmi fu potenziato per far fronte alle nuove esigenze in un territorio più ampio, considerate anche le zone extraterritoriali.

La Gendarmeria ha continuato quindi la sua regolare attività fino al 1970, allorquando Paolo VI è intervenuto a riformarla pesantemente, con la lettera del 14 settembre 1970, che l’ha trasformata in un “Ufficio Centrale di Vigilanza”. Dopo altre successive riorganizzazioni minori, è stato Giovanni Paolo II con la legge del 2 gennaio 2002 a ripristinarle grosso modo le funzioni e la denominazione originaria, di “Corpo della Gendarmeria dello Stato della Città del Vaticano”.

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