Festa della donna, il Pd lancia le quote rosa stradali. Rozza: «Che tristezza»

Di Chiara Sirianni
08 Marzo 2012
«Anche noi donne abbiamo fatto la storia, i nomi delle strade lo ricordino». È questa l’iniziativa di alcune consigliere provinciali del Partito democratico che vogliono una toponomastica meno misogina. Carmela Rozza (capogruppo Pd al Comune) dice a tempi.it: «Forse è più importante occuparsi di altro».

«Anche noi donne abbiamo fatto la storia, i nomi delle strade lo ricordino». L’iniziativa è partita dalle consigliere provinciali del Pd Diana De Marchi, Bruna Brembilla e Roberta Perego, che hanno deciso di sostenere la proposta del “gruppo toponomastica femminile”. Due le richieste della “campagna per la memoria femminile locale, nazionale e internazionale” in occasione della Festa della donna. Che le prossime strade riportino il nome di donne, per contribuire all’equilibrio di una toponomastica «al momento troppo sbilanciata in senso maschile». E denunciare la “misoginia ambientale” legata ai cartelli stradali, dal momento che l’unico che contempla la presenza dei due sessi è quello che indica la presenza di scuole, e che vede «un bambino, davanti, che simbolicamente conduce per mano una bambina, tirandosela dietro». Per il resto, le donne sono «invisibili». L’obiettivo è che «alle grandi personalità femminili siano intestati parchi, slarghi e strade centrali, non solo vie periferiche e poco frequentate», ha sottolineato Diana De Marchi. I luoghi intitolati alle donne nel milanese sono il 3%.  E le donne del Pd ritengono importante un «giusto riconoscimento culturale e sociale di donne protagoniste dei processi politici, culturali e sociali a livello locale, nazionale e internazionale fino a oggi oscurate, cancellate, marginalizzate e sospinte nel privato come sfera prioritaria di appartenenza». Quote rosa, insomma, anche per le strade. Ricordando così le donne che hanno dato un contributo all’umanità. Un’iniziativa di cui si sentiva il bisogno? Lo abbiamo chiesto al capogruppo Pd in Comune, Carmela Rozza.

Che ne pensa della proposta delle sue colleghe della Provincia di Milano? 
Per carità, mi fa piacere che si occupino delle vie. Detto questo, mi sembra più importante occuparsi di altro. Ad esempio della violenza sulle donne.

Quali sono le iniziative che il Comune ha in cantiere?
Stiamo lavorando a una forte campagna di comunicazione a favore della donna, e del riconoscimento paritario tra i due sessi, del rispetto reciproco. Ci piacerebbe introdurre questa ipotesi di lavoro nelle scuole, ragionare con i giovani di questi temi.

Lei quindi non farà suo questo appello?
No. Le feste che diventano commemorazione mi fanno tristezza, dagli anni Settanta a questa parte. Magari lo farà qualche collega radical chic, anzi, mi prodigherò per ricordarglielo. Ma sinceramente è l’ultimo dei problemi che mi sono posta.

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