
«Non ho portato mio figlio dal pediatra perché non era il mio turno. Gli si è perforato il timpano»

Se qualcuno pensa ancora che il femminismo, soprattutto quello in salsa francese, non sia una vera e propria ideologia, deve ascoltare la testimonianza di Titiou Lecoq. La giornalista indipendente, blogger, scrittrice e femminista orgogliosa ha pubblicato un libro quest’anno dal titolo: Libérées! Le combat féministe se gagne devant le panier de linge sale (Liberate! La battaglia femminista si vince davanti alla cesta dei panni sporchi). Per pubblicizzarlo, ha rilasciato una video-intervista all’Obs, nella quale racconta un episodio inquietante riguardo ai suoi figli.
FEMMINISTA IN FAMIGLIA
Nell’intervista spiega che è facile dirsi femministi «in piazza o su internet». La cosa difficile è praticare il femminismo in famiglia, dividendosi in modo equo i lavori di casa con il proprio consorte/compagno. Lecoq racconta innanzitutto di come si sia rifiutata, a un certo punto, di raccogliere per casa le calze sporche del compagno e dei figli. Ma, ammette la femminista, «quando si vive una storia d’amore si fa presto a dimenticare i propri principi. L’amore per il congiunto e per i figli», aggiunge, è uno dei principali «pretesti per derogare all’uguaglianza. E questo è terribile».
«LO SO, HO FATTO UNA COSA ORRIBILE»
Così Lecoq ha dovuto ricorrere a estremi rimedi. Racconta: «Ho vissuto l’esperienza di avere mio figlio malato, che non ho voluto portare dal pediatra perché toccava sempre a me farlo. Così ho detto a suo padre: “Te ne devi occupare tu!”. Lui non è riuscito a farlo in tempo e mio figlio è finito con un timpano perforato. Dall’asilo mi hanno telefonato per dirmi che non potevano accettarlo [in quello stato]. So che quello che ho fatto è orribile, ma non era il mio turno di portarlo dal pediatra. Non bisogna cedere solo perché il proprio bambino soffre. E ora il risultato è che, per quanto riguarda le visite dal pediatra, ce le dividiamo in modo perfetto». Finché la casa, conclude, «resterà un territorio femminile, le donne non conquisteranno mai il loro posto nel resto della società».
LA DENUNCIA DELLO YOUTUBER
La video-intervista è passata inosservata per molti mesi, fino a quando uno youtuber, Greg Tabibian, l’ha vista e ne ha denunciato il contenuto in un video dal titolo: “Quando una ‘femminista’ mette in pericolo la vita di suo figlio”. Lo youtuber ha criticato l’idea per cui l’amore sarebbe uno «strumento di oppressione» e ha invitato tutti i suoi utenti a chiamare i servizi sociali e la polizia.
L’APPROFONDIMENTO SUL PROSSIMO TEMPI
Molti francesi hanno chiesto all’Obs di rimuovere il video, altri invece sperano che il filmato rimanga «come monito perché tutto il mondo veda a che punto siamo arrivati. Sono certo che nessuna persona sana di mente metterà in pratica quello che viene detto». Ed è proprio al femminismo che è dedicato il “Nocciolo della questione” del prossimo numero di Tempi di novembre, che ospiterà un prezioso contributo della filosofa e scrittrice francese Bérénice Levet.
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