Femminicidio e omofobia. La legge come idolo che anestetizza il dolore ma non risolve nulla

Di Redazione
14 Agosto 2013
Un editoriale del Foglio e un commento su Libero mettono in guardia dalla venerazione delle norme anti-emergenze: «I deboli non saranno aiutati dalla correttezza politica»

Si cerca continuamente di “sistemare” le tragedie che riempiono le pagine dei giornali inscatolandole anche a forza dentro parole come femminicidio o omofobia, spesso però saltando a piè pari la necessaria riflessione sulle cause e magari approfittando dell’emozione del momento per invocare leggi-bandiera tutt’altro che risolutive. A denunciare questa tendenza della nostra mentalità sono oggi un editoriale del Foglio e un commento di Mario Giordano su Libero.

COSA COLMA UN ABISSO? «Il caro vecchio “delitto dell’estate” che riempiva le prime pagine e i telegiornali non esiste più, è stato sostituito dal rullo continuo online dei drammi dello stalking e dell’omofobia», comincia il Foglio. «E questo rullo di tamburo non è solo cronaca, ma si fa anche campagna culturale, pressione politica». Tuttavia «invocare ogni volta la legge perfetta e salvifica appare una scorciatoia per evitare la fatica e il dolore di comprendere fenomeni che sembrano incomprensibili». Giordano su Libero ricorda che quando è stata presentato il decreto anti-femminicidio «sembrava, a leggere i commenti entusiastici, che si fosse trovata una formula magica per fermare la scia di sangue (…) ma sono passate poche ore e la cronaca ha riportato tutti alla realtà». Giordano sottolinea come lo stesso stia accadendo con la legge sulla cosiddetta “omofobia”, dopo il suicidio a Roma di un 14enne indicato da tutti i media come omosessuale: si invoca l’approvazione «subito» del ddl Scalfarotto-Leone o addirittura di un altro decreto del governo, come se una norma «potesse davvero in qualche modo colmare l’abisso di disperazione che porta a simili gesti». Per il Foglio «sarebbe bello se fosse vero, ma basta guardare ai singoli casi per capire che nessuna legge di per sé avrebbe vietato le tragedie, le violenze o la solitudine estrema che spinge al suicidio».

UN ALIBI PERFETTO. «È come se non riuscendo più a tutelare i diritti di tutti, ci illudessimo di dividere il problema, creando caselle», aggiunge Giordano. «Abbiamo fatto la norma, portato alla ribalta il problema, anche se magari non c’è perché i delitti contro le donne, secondo le statistiche, forse non stanno neppure aumentando, e la discriminazione degli omosessuali beh, è tutta da dimostrare. Ma che importa? La tutela reale delle persone non interessa a nessuno». Infatti, continua il Foglio, non esiste «una risposta giuridica a un dramma umano». Anzi, «paradossalmente, l’attesa della legge salvifica (…) può finire invece per allentare la giusta tensione del controllo, la prevenzione già ora possibile». Non si fa che deresponsabilizzare tutti, scrive Giordano: «Uccidono le donne? Arriverà il decreto a salvarle. I ragazzini si buttano dal balcone? Colpa del Parlamento che non fa la legge. La responsabilità è sempre di altri non ci riguarda, non ci scuote. Non tocca a noi accorgerci di quel vicino di casa che sta diventando violento, non tocca a noi ascoltare il disagio dei nostri figli (…) rischieremo di essere sommersi da una pioggia di cavilli (…) sapendo che serve a nascondere la violenza. A trovare un alibi perfetto, magari non per l’assassino. Ma di sicuro per noi». Naturalmente in questo modo, conclude il Foglio, saranno colpite ancora le «persone più deboli che spesso non sanno di leggi, e non saranno aiutate dalla correttezza politica».

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13 commenti

  1. gian2013

    Femminicidio ed omofobia se guardiamo più in profondità sono figli della stessa matrice: il machismo…il disprezzo per le donne e anche per i gay, in particolare quelli che hanno caratteristiche più ” femminili”…rispetto all’ idea di uomo macho, quello che deve essere sempre forte, non piangere mai e mostrare la sua virilità , che la società ci ha passato…ecco questo è un esempio di stereotipo !

    1. Alcofibras

      Concordo ma solo in parte: una legge non risolve certo tutti i problemi ma ha un sicuro valore “pedagogico” se non altro perché evidenzia quali valori la società ha deciso di proteggere

  2. Giancarlo

    Trovo, purtroppo, inadeguata questa legge e spiego il perchè.
    L’inasprimento delle pene: serve a ben poco, in quanto non è qualche anno di carcere in più che può fermare la follia di commette un femminicidio e anche perchè, in molti casi, segue poi il sucidio del femminicida.
    L’allontanamento da casa: crea certamente più rabbia e violenza nel soggetto allontanato.
    Trovo efficace, invece, un impegno profondo e concreto nel Magistrato che riceve la denuncia, ma soprattutto, già dalla prima denuncia, trovo di efficace prevenzione un trattamento psicoterapeutico obbligatorio per il denunciato.
    Tutto ciò, ovviamente, è solo un “rattoppare” un fenomeno che trova origine nel disagio socio culturale dei notri tempi.
    Su questo, però, non ho suggerimenti. Sorry!

  3. Emanuele Davoli

    Leggi inutili, anzi, utili ai soliti demagoghi moralisti che ancora una volta confermano la sempre più capillare invadenza della legge nella vita e nella coscienza dell’individuo.Ogni anno che passa la nostra libertà sembra arretrare cedendo spazio ad una incessante e violenta cultura del “mondo perfetto”. Se questo è un atteggiamento nazista non so ma ci assomiglia molto.

  4. Alcofibras

    Se fossimo cattivi augureremmo a Ferrara e a Giordano di avere una figlia perseguitata giorno e notte da un ex fidanzato che la tormenta con continue minacce di sfregi acidi ovvero un figlio che vive l’angoscia di avere tendenze omosessuali in un paese che, nella migliore delle ipotesi, tratta i gay come macchiette da soap opera, moderna edizione dei femminielli napoletani.

    Ma noi non siamo cattivi. Perciò ci limitiamo a chiedergli di continuare a essere Ferrara e Giordano: è già una punizione sufficiente.

    1. beppe

      caro fibra, chi è che tratta i gay come macchiette? chi è che vuole fare di tutti gli omosessuali dei gay ? non certo noi ma la presidentessa boldracca e il suo codazzo di poltronari da grillini franco a scalfarotto. è quel circo barnum del gay pride che da fastidio anche a molti omosessuali. se non lo capite peggio per tutti.

      1. cornacchia

        Mi sembra che fosse Lei a dire che la visibilità degli omosessuali faccia schifo. E non si riferiva al solo gay-pride (sul quale, astrattamente, potrebbe anche avere ragione).

      2. Paolo

        Ancora con questa manfrina degli omosessuali non gay. Ormai ripetuta talmente tanto che quasi quasi ci crede per davvero sig. Beppe. Capiscono che le piacerebbe che esistessero omosessuali che vanno contro i propri diritti, che si battono il petto e che prestano orecchio alla baggianata religiosa- confessionale di turno ma la realtà è ben diversa. alcuni, pochi pochi, a dire il vero esistono davvero ma si tratta solo di adesione incondizionata ad ideologia precostituita e priva di basi razionali o scientifiche qual’è quella religiosa…

        1. Antonio

          Non sai che “qual è” si scrive senza l’apostrofo e dunque possiamo dedurre che tu non abbia conseguito la licenza elementare; nonostante questo ci illustri la tua autorevole opinione sull’esistenza o meno di “basi razionali o scientifiche” bla bla bla…
          E dove li avresti acquisiti gli strumenti per emettere certi tuoi attendibilissim giudizi?
          All’asilo nido?

        2. giovanna

          Come sarà, come non sarà, gli omosessuali che sono interventuti su tempi per caso, non facenti parte della truppa gay-pride a macchinetta (che diventano ridicoli ogni giorno di più con queste frasi stereotipate all’inverosimile, e che richiamano problemi psichici piuttosto seri ) , si sono dichiarati indifferenti al matrimonio per gli omosessuali e addirittura contrari all’adozione e alla compravendita di figli per gli omosessuali.
          Forse, Paolo, ti sono sfuggiti? Eppure si respirava libertà in quei commenti.

          1. Bifocale

            Giovanna la sua idea della comunità LGBT è risibile. Ai Gay Pride il 99% dei partecipanti ci va tranquillamente vestito in jeans e maglietta e si comporta in modo del tutto ‘tranquillo’, senza fare cose provocatorie e dunque non è certo accusabile di essere macchiette, a meno che naturalmente il suo livello di pregiudizio non le faccia ritenere che ogni persone omosessuale sia, automaticamente, bollabile come “macchietta”. Ai Pride, in ogni parte del mondo, si è anche liberissimi di non partecipare. Quanto agli omosessuali che sono “indifferenti al matrimonio” la informo che vi sono anche milioni e milioni eterosessuali che sono “indifferenti al matrimonio”. E allora? Chi è contrario al matrimonio e all’adozione è liberissimo di astenersi, e chi li obbliga? Libertà è avere scelte a disposizione e decidere se fanno o meno al caso nostro. In Italia le coppie dello stesso sesso non hanno alcuna scelta. Non solo non possono sposarsi ma non possono neanche ricorrere alle altre alternative legislative che esistono in altri Paesi, come le unioni civili, le registered partnership o il semplice riconoscimento dei diritti delle coppie di fatto. In Italia siamo allo zero assoluto.

          2. giovanna

            Senti, caro bestemmiatore, prima di intervenire cerca di seguire un minimo il filo del discorso, rispondevo a Paolo mono-frase che diceva , lui lo diceva, che non esistono omosessuali indifferenti al matrimonio per gli omosessuali e per gay-pride qui si intende ironicamente la pittoresca armata di cui fai parte, calando a vanvera sul sito di Tempi senza azzeccarne una che sia una.

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