
Fellaini, il Branduardi belga fa cantare i tifosi dell’Everton (ancora a lungo?)
Lineamenti del volto duri e spigolosi, capello riccio e voluminoso in stile afro, fisico slanciatamente imponente. Chissà quanto a lungo lo vedremo ancora a Goodison Park, a inseguire palloni sulla linea di centrocampo, o a scattare verso l’area di rigore per raccogliere qualche bel traversone. Su Marouane Fellaini ci sono gli occhi ormai di tanti top club: difficile che il 25enne belga rimanga ancora a lungo all’Everton, specie se, come sembra, davvero sulle sue tracce ci sarebbe il Chelsea di Abramovich. Intanto però, lui è sempre più il leader dei Toffees, che dopo una bella partenza in campionato ora però vanno adagiandosi: 6 gol in Premier, il primo lo scorso agosto aveva fatto piangere il Manchester United e Ferguson, gli ultimi due, arrivati sabato nella gara esterna contro il Fulham, parevano poter riportare gli uomini di Moyes alla vittoria, cui mancano da più di un mese. Ma è stata un’illusione: il gol di Sidwell ha sciacquato via ogni speranza di riuscire a stare dietro al treno delle tre grandi, sebbene tra di esse solo lo United abbia vinto, scavalcando il Chelsea e portandosi in testa alla Premier.
PARRUCCHE AFRO. Il futuro di Fellaini non sembra però preoccupare troppo i tifosi dell’Everton, che per il belga hanno perso la testa. Parlano da sé le tante parrucche ricciolute fiorite qua e la nella sponda blu della Mersey, per non citare i tanti cori dedicati al centrocampista (in uno addirittura i tifosi arrivano ad offrire al ragazzo le proprie mogli, ovviamente usando parole ben più colorite). Non c’è da stupirsi: Fellaini è arrivato a Liverpool nel 2008, quando il Toffees sborsarono più di 20 milioni per averlo dallo Standard Liegi. All’epoca era uno dei giovani più promettenti di tutta l’Europa, forse la faccia più talentuosa della generazione aurea fiamminga. Quattro anni dopo eccolo qua, cresciuto e rinvigorito in più di cento partite nei fangosi e fertili campi della Premier. E continua a segnare gol, spesso pesanti.
DI PADRE IN FIGLIO. Sarebbe bello sapere cosa starà pensando ora suo padre, Abdellatif. È stato lui ad avvicinare Marouane al calcio, trasmettendogli una passione tutta sua: Fellaini senior era stato infatti portiere della Raja Casablanca, club della città marocchina da cui appunto la famiglia proveniva. Un’umile carriera da estremo difensore nord-africano lo aveva portato poi in Belgio, a tentare la fortuna nel calcio europeo. Due stagioni nella Serie B locale, poi lo stop: il club marocchino che deteneva il suo cartellino non gli accordava il visto per rimanere in Europa. Lo voleva indietro: lui però ormai si era abituato alla vita belga, e di tornare in Africa proprio non ne voleva sapere. Così si trovò un lavoro normale. Divenne autista di pullman a Bruxelles, dove si sposò e diede alla luce tre figli, tra cui Marouane.
UNA PASSIONE: LA CORSA. C’è un aneddoto singolare sull’infanzia di Fellaini junior: amava correre. Papà Abdellatif lo mandava a scuola a piedi: niente pullman o biciclette, come i compagni. Men che meno la macchina. E quando Marouane aveva 11 anni, rifiutò di entrare nelle giovanili dell’Anderlecht per poter fare atletica: voleva correre i 10 mila metri. Fu proprio il padre a convincerlo a cambiare sport: inutile chiedersi perché ora fiato e gambe siano due delle doti più apprezzate di questo giocatore, capace di farsi trovare pronto in qualsiasi zona del campo. A giugno sembrava doversene già andare, Chelsea e Real erano in testa per il suo cartellino. L’attesa a Goodison Park non l’ha certo fiaccato: è pronto ora per diventare un top player?
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