Fatiche, dolori e cinque gioie. Diario di vita di una mamma qualunque

Di Daniele Guarneri
16 Gennaio 2016
Paola, Matteo e i loro quattro figli. Una famiglia ben assortita e litigiosa il giusto a cui «viene chiesto di vivere eroicamente nel martirio dell’obbedienza quotidiana»

mamma-qualunque«Figlia, moglie e mamma. Tutti e tre gli stati sono a tempo indeterminato. (…) Il marito è a volte luminoso testimone a volte vetro opaco come me. (…) Ho quattro figli, tre femmine e un maschio. Il piccolo è malato seriamente. E abbiamo iniziato a scoprirlo, seppur con alterne vicende e molte incertezze, durante la gravidanza. Alla 23esima settimana. È seguito un vero calvario. Ora lo curiamo al meglio delle nostre possibilità. E lui ci ricambia con la sua bellezza e molta gioia». Questa è Paola Belletti, autrice di Osservazioni di una mamma qualunque (UomoVivo, 14 euro, 153 pagine). Più che un libro è un diario. Un diario di vita fatto di episodi, fatiche, dolori e gioie. Un diario che racconta di una famiglia viva, ben assortita, litigiosa il giusto.

NIENTE SANTI ED EROI. È bello per questo. Non aspettatevi “santi” che di fronte alle fatiche vedono santi e madonne, traggono conclusioni e giudizi incomprensibili o astratti. No. Qui c’è una mamma, Paola, con tanti pregi che però non nasconde i tanti difetti, che si sente e si mostra «fuori posto, in affanno, sicuramente in ritardo». Ansiosa, che tende a ingrandire le cose, come tante mamme. E poi c’è un marito, Matteo, che lavora dieci ore al giorno e che se gli viene chiesto di prendere una canottiera nell’armadio delle bambine, nel secondo cassetto, rimane con lo sguardo fisso a quel cassetto, con un’espressione infastidita e terrorizzata, perché lui quella canottiera non la vede. Come tanti papà.
Matteo fa da “minimizzatore” per riportare le cose sul giusto piano. «Ecco, soprattutto tu, tu che sei chiamato fra tutti a capirmi e supportarmi con la U, manco mi ascolti», dice Paola. «Non è vero. Io ci sono», risponde pacato il marito. «Ho i miei limiti ma ti ascolto. E so che certe volte esageri». Sono così i dialoghi che riempiono queste 150 pagine che si leggono tra un sorriso e un pochino di commozione.

LE TINTE DELLA VITA. Matteo «di fronte alle cose grosse, come può esserlo la malattia di un figlio, non perde la calma. Soffre molto ma ingoia il suo dolore per aiutarmi a sopportare il mio e ribadisce con la persuasività di uno che ora sta pagando di persona che “niente ci può davvero ostacolare nell’essere felici. Nemmeno questo”».
Qui trovate tutto di una famiglia viva, tutte le tinte della vita, i risvolti anche comici del quotidiano, ritratti commossi, ma anche pieni di gratitudine per i figli. E una nota forte, quella del dolore, «della domanda a Dio a nome di mio figlio, che guarisca, che sia felice». «Qui [Matteo] non minimizza perché non c’è spazio di manovra, ma guarda dal punto di osservazione più umano possibile. Quello della croce. Minuscola e maiuscola. Che poi a cosa costringe la Croce? Cosa mi fa? Mi tiene. Mi trattiene. Mi inchioda. Al presente». Ludovico, questo figlio ferito, li inchioda al presente, ci inchioda tutti al presente.

VIVERE EROICAMENTE. «Non preoccuparti», dice Paola al figlio appena nato. «Io e papà ti amiamo. Senza avverbi. Ti amiamo punto. “Nonostante”, semmai, è nonostante noi, le nostre debolezze, nonostante la stanchezza e la paura». «A Paola – scrive Costanza Miriano nella prefazione, e noi aggiungiamo anche a Matteo, anzi a tutta la loro famiglia – viene chiesto di vivere eroicamente, ma non tutto insieme, non con un finale drammatico e i fuochi di artificio, bensì nel martirio dell’obbedienza quotidiana».

@daniguarne

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1 commento

  1. ROLLI SUSANNA

    Infatti ci è esplicitamente richiesto di portarla “OGNI GIORNO” (Lc 9,22) e seguirLo…
    Auguri alla famiglia di Paola, di buon cammino.

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