Farmaci innovativi e sostenibilità del sistema sanitario nazionale

Di Elisabetta Longo
14 Aprile 2016
Cronaca dell'incontro tenutosi a Milano con Mario Melazzini, Luca Del Gobbo, Luca Pani e Sergio Harari

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Si è tenuto a Milano il 13 aprile l’incontro promosso da Tempi e Motore Sanità, grazie al contributo di Amgen Srl, Celgene Srl, Lundbeck Italia Spa, Manutencoop Società Cooperativa, dal titolo “Farmaci innovativi e sostenibilità del sistema sanitario nazionale. Il superamento del tetto della spesa ospedaliera e territoriale: il percorso verso la nuova governance”. Ospiti del tavolo di discussione Luca Del Gobbo, assessore all’università e ricerca della Regione Lombardia, due voci autorevoli dell’Aifa, Mario Melazzini, il presidente, e Luca Pani, il direttore generale. Moderatore: Sergio Harari, medico pneumologo ed editorialista del Corriere della Sera.

INVESTIMENTI. L’assessore Del Gobbo ha sottolineato che la Lombardia è una delle Regioni più virtuose, dal punto di vista della ricerca, visto che anche lo scorso anno sono stati investiti 7 miliardi di fondi pubblici. C’è un portale apposito del sito della Regione Lombardia sul quale poter vedere l’avanzamento dei progetti di ricerca e, ha spiegato Del Gobbo, questo è importante perché la trasparenza è un valore necessario quando si tratta di fondi pubblici. Entro luglio 2016 c’è l’intenzione da parte dell’assessore di proporre una legge regionale sull’innovazione. Sarebbe la prima volta che accade in una Regione.

REGOLAMENTAZIONI. Non ci sarebbe ricerca in Italia e nemmeno in Lombardia se non ci fosse la sorveglianza dell’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco. Dallo scorso gennaio alla guida c’è Mario Melazzini, medico e paziente al tempo stesso, essendo affetto da anni dalla Sla: «La prima cosa che ho capito arrivando all’Aifa era che tutti i meccanismi di organizzazione erano molto più complessi di come li immaginassi da medico e da paziente. Il compito che mi sta più a cuore è quello che riguarda la ricerca sulle malattie rare e le ricerche indipendenti. E di conseguenza la rimborsabilità di questa categoria di farmaci. All’Aifa lavorano circa 400 persone, ma penso che dovrebbero essere ancora di più. Vorrei implementare le risorse di modo da garantire più sveltezza alle procedure di ammissione di una molecola, e al periodo di farmacovigilanza, fondamentale per verificare l’uso corretto del farmaco».

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IL SSN. Luca Pani, direttore generale Aifa, ha spiegato quali sono le figure che ruotano attorno al tavolo delle contrattazioni: «La prima figura è quella dei pazienti, solitamente riuniti in associazioni. Poi c’è chi si occupa della gestione del farmaco in senso stretto. Poi ci sono le altre agenzie regolatorie regionali, oltre all’Aifa che è nazionale. C’è l’industria farmaceutica, che produce gli stessi farmaci. E infine c’è il pagatore, che nel caso italiano è il sistema sanitario nazionale». Il Ssn è pesso definito un dinosauro lento, ma il professor Pani ci ha tenuto a sottolineare che è il fiore all’occhiello della sanità italiana: «Il nostro Paese è uno dei pochi rimasti in cui chiunque ha diritto a essere curato. Prendiamo per esempio i nostri vicini tedeschi. Se nel periodo di farmacovigilanza, il nuovo farmaco funziona solo per il 25 per cento dei casi, viene guardata la maggioranza del 75 per cento per cui non si hanno risultati di alcun tipo. Quel 25 per cento di persone allora dovranno pagare di tasca propria quel nuovo farmaco. In Italia questo non accade, perché il sistema sanitario provvede. Abbiamo il maggior numero di medici di famiglia, abbiamo una forte rete di farmacisti, c’è sempre un punto di contatto. Il paziente non si trova mai solo».

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