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Farage e il pasticcio delle banche che si danno una “missione”

Di Alberto Mingardi
31 Luglio 2023
A nessuno dovrebbe essere impedito di avere un conto in banca a causa delle sue idee politiche. Un tempo questo era ovvio, oggi non lo è più
Nigel Farage
Nigel Farage, leader del cosiddetto “Brexit Party” (foto Ansa)

La normativa antiriciclaggio prescrive un trattamento particolare per i correntisti che siano “persone politicamente esposte”. Si capisce che le banche preferirebbero, in linea di principio, averci a che fare il meno possibile, per non sostenere attività e costi cui le obbligano le leggi. Nigel Farage, il leader del defunto Brexit Party, aveva un conto presso la banca Coutts, che di solito segue famiglie e individui che abbiano almeno un certo capitale investito ovvero depositi particolarmente pingui. Per quel che si capisce, Farage era un cliente (relativamente) “povero”, il suo conto era stato aperto in un’altra stagione. Se la banca avesse cercato di allontanarlo come si fa con un cliente che costa di più di quel che rende, sarebbe stata una decisione d’affari: una scelta basata sulle convenienze.
Da quanto si è appreso, le cose non sono andate così. Farage è stato accompagnato alla porta, piuttosto malamente. In banca circolavano dossier sul rischio reputazionale associato alla su...

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