
Fanta sfrutta i lavoratori di Rosarno? Sindaco: «Troppe tasse, impossibile il lavoro corretto»
Rosarno, ultima frontiera. Da questa zona della Calabria, nel gennaio 2010 la cronaca riportò una dura rivolta degli immigrati, per una buona parte clandestini, scatenata da una condizione lavorativa e residenziale paragonabile alla schiavitù. La situazione non si è risolta, ma anzi, si è addirittura complicata. Il periodico inglese The Ecologist ha visitato la Piana calabrese, dove l’attività principale è la produzione di agrumi per buona parte destinati al mercato “juice”. La Fanta, ovvero l’aranciata della Coca-Cola, è uno dei clienti più importanti della zona. Dal reportage si evidenzia che le condizioni di molti immigrati non sono migliorate e la causa, secondo The Ecologist, è il basso prezzo offerto dalle multinazionali e in modo particolare dal colosso di Atlanta, alle imprese reggine per l’acquisto delle loro arance.
Secondo la Coldiretti-Calabria, per voce del suo presidente Pietro Molinaro, con il prezzo offerto per un chilo di agrumi (7 centesimi) si riesce a malapena a sottopagare un lavoratore in nero. Se si sommano ulteriori 2-3 centesimi per il trasporto, la perdita è un fatto matematico. Per questa ragione, gli imprenditori agricoli preferiscono lasciare i prodotti sull’albero piuttosto che raccoglierli: si vende poco, ma almeno non si perde.
Il sindaco di Rosarno, Elisabetta Tripodi, che a seguito delle rivolte del gennaio 2010 sta ultimando gli alloggi da destinare agli immigrati che vivono in condizioni incivili, non concorda il boicottaggio contro le multinazionali, così come non vede di buon auspicio l’abbandono della San Pellegrino o della Fanta verso i fornitori della Piana. Per il sindaco il problema risiede nella differenza tra il salario lordo e il salario netto. «Oggi è difficile che ci possa essere un lavoro corretto per la nostra economia – commenta il primo cittadino a Radio Capital –. C’è l’impossibilità per gli imprenditori di pagare tutti i contributi previdenziali e assistenziali. Occorre un provvedimento legislativo che sgravi gli oneri».
Coca-Cola Italia rende noto attraverso un comunicato che «con riferimento alle ultime notizie rispetto ad uno specifico produttore nell’area di Rosarno, confermiamo che il nostro attuale contratto stagionale con questo fornitore si sta concludendo e non è stato rinnovato. Questa decisione è stata operata prima che uscisse qualsiasi notizia e non ha nulla a che vedere con le accuse sulle condizioni di lavoro. Siamo pronti a sederci con i fornitori e le autorità locali, tra cui il sindaco di Rosarno, per discutere possibili allineamenti strategici a lungo termine in grado di garantire un futuro di business reciprocamente vantaggioso con i produttori di succhi locali e, attraverso di loro, con le cooperative locali e gli agricoltori».
twitter: @giardser
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