
Family 2012: «Che gioia vedere da vicino il Papa»
È una piccola storia, ed è capitata nel grande evento della Santa Messa di domenica, nella spianata dell’aeroporto di Bresso, atto conclusivo della tre giorni di Benedetto XVI a Milano. La racconta a Tempi.it una delle famiglie che ha portato le offerte al Papa. «Quando ci hanno detto che saremmo andati a fare questo gesto, erano le sette di mattina di sabato, ci hanno svegliato con questa splendida notizia». È ancora emozionato Lorenzo Giussani, capo di una tribù ben assortita, che gestisce insieme a mamma Anna: Michele, sette anni, Letizia cinque, Camilla quattro e l’ultima arrivata Maddalena, appena due mesi. «C’è stata una prima reazione di gioia assoluta, ci è sembrato un regalo completamente inaspettato. Abbiamo pensato a che bello sarebbe stato abbracciare fisicamente Pietro, un gesto che rende ancora più concreto l’impatto di Cristo nella nostra vita.
Gioia sì, ma anche tensione: «Il pensiero di poter parlare anche solo un secondo al Papa mi faceva sentire inadeguato. Anche perché i nostri figli spesso fanno “macello”. Mi ha aiutato la lettura dell’articolo di Emanuele Boffi. Abbiamo riso molto leggendolo, perché un sacco di cose che racconta della sua famiglia accadono anche nella nostra. Per esempio quando Camilla, che è la più turbolenta di tutti, ha scoperto che il Papa lo avremmo incontrato durante la Messa d’istinto ha urlato: “No, la Messa no!”. Ai bambini l’abbiamo annunciato a colazione, dopo che venerdì pomeriggio erano stati con noi in Piazza Duomo all’arrivo del Papa e alla notizia che avremmo potuto vederlo molto da vicino hanno risposto con curiosità, anche se onestamente non sappiamo che cosa gli passasse per la testa».
Poi è arrivata la domenica mattina. «Un’ora prima della Messa ci hanno portato a fare una prova e, pur avendo davanti una persona che faceva le veci del Papa, ho provato comunque un’emozione fortissima, che batticuore! Ci siamo voltati e abbiamo visto la distesa di persone, eravamo stupiti nel vedere tante facce amiche, alcune note, altre meno». La Messa comincia e la tribù è inquieta: «dovevamo tenere a bada questa banda di “sciammannati” che non volevano stare fermi. Devo essere sincero, quando nella liturgia arriva il momento dell’offertorio in genere mi distraggo sempre, ma essere lì mi ha obbligato a ripensare veramente alla sua funzione. Così, con il timore di far cadere l’ostia che dovevamo portare al Papa, ci siamo avvicinati.
Anche mamma Anna temeva che l’emozione prendesse il sopravvento: «Mi sono ritrovata a recitare qualche Ave Maria per non piangere o svenire, però avevo chiaro l’obiettivo: il nostro incontro con l’amato Pontefice, tutto il resto svaniva davanti ai miei occhi». Le fa eco Lorenzo: «È stato un momento intensissimo, un abbraccio alla paternità divina attraverso il Papa». Che, con estrema semplicità, gli chiede da dove proviene questa bellissima tribù: «Poi gli ho presentato la mia famiglia: “Questa tra le braccia della mamma è Maddalena, questa è Letizia, questa è Camilla, questo è Michele, poi ci siamo noi, Lorenzo e Anna”. A tutti ha fatto il segno della Croce. Pensavo che, tra tutta quella folla, ci avrebbe trattato come un pugno di persone tra le milioni che ha incontrato da quando è stato nominato Papa invece, in quel lunghissimo momento, ha guardato solo noi e ci ha chiesto di pregare per lui. È la prima cosa che abbiamo fatto rientrati a casa nostra. E continueremo a farlo, ogni giorno».
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