Expo, Renzi vuole il capo dell’Autorità anticorruzione per contrastare il rischio tangenti

Di Chiara Rizzo
12 Maggio 2014
Per il premier «Quando ci sono grandi iniziative, se ci sono problemi con la giustizia, si devono fermare i responsabili, non le grandi opere. C'è bisogno di una nuova task force»: alla guida l'ex pm anticamorra Cantone. Ok da Alfano e Maroni: «Magistrato capace, piena collaborazione»

Il premier Matteo Renzi, dopo gli arresti della settimana scorsa, intende affidare l’incarico di seguire i lavori per Expo al capo dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone. L’ex magistrato, con una lunga esperienza nel contrasto alla camorra, è molto apprezzato sia dal ministro dell’Interno Angelino Alfano, che ieri da Bari ha fatto sapere che «Mi sembra una buona idea quella di rafforzare ulteriormente il versante anticorruzione sull’Expo», sia dal governatore della Regione Lombardia Roberto Maroni (Ncd): «Bene se il governo incarica Raffaele Cantone di seguire Expo, è magistrato capace che stimo molto, piena collaborazione».

«L’ITALIA È PIU’ GRANDE DELLE PAURE». Il premier ne ha parlato ieri mentre si trovava a Monfalcone per la consegna ai cantieri navali della “Regal Princess”: «L’Italia è molto più grande delle nostre paure, è molto più bella delle nostre preoccupazioni, L’inaugurazione di questa nave è un simbolo, dobbiamo dare un messaggio di speranza». Un riferimento anche ad Expo, perché per il premier «Quando ci sono grandi interventi, grandi iniziative, se ci sono delle vicende che non vanno bene, se ci sono problemi con la giustizia, si devono fermare i responsabili e non le grandi opere». Ecco perché secondo Renzi «C’è bisogno di una nuova task force, stavolta, non di tecnici. Penso invece a un sostegno legale e giuridico all’Esposizione, che difenda la trasparenza di tutti i prossimi passaggi. Questo è il vero aiuto che possiamo dare al commissario».

IL DDL GRASSO. Intanto il presidente del Senato Piero Grasso ha messo sul piatto una seconda proposta: riprendere il disegno di legge che aveva presentato non appena eletto al Senato contro non soltanto il voto di scambio (il ddl è stato infatti il punto di partenza per la nuova norma sullo scambio elettorale), ma anche la corruzione, il riciclaggio e il falso in bilancio. Concorde anche il presidente della Camera, Laura Boldrini, secondo la quale «È una grande occasione e si deve buttare fuori quello che di sporco c’è, ma la corruzione non è un fattoendemico. Si può e si deve distinguere. Sull’Expo non ci debbono essere ombre di alcun tipo».

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