Evviva: presto il mondo sarà «più vecchio, a basso tasso di crescita e green»

Di Leone Grotti
02 Ottobre 2012
Il Guardian accoglie con entusiasmo la notizia che nel 2050 ci saranno più ultrasessantenni che bambini sotto i 15 anni: «Vivremo in un mondo «grigio, cittadino, premuroso, a basso tasso di crescita e verde».

Il mondo sta invecchiando: evviva. Così il prestigioso quotidiano inglese The Guardian ha commentato l’ultimo rapporto dell’Onu che anticipa che nel 2050 ci saranno più ultrasessantenni che giovani sotto i 15 anni. Perché festeggiare? Perché, scrive il giornalista, «le coppie avranno in media meno di due figli, così la popolazione diminuirà e non ci sarà più sovraffollamento. La qualità dei trasporti pubblici sarà migliore e la maggior parte delle persone vivrà in città», lasciando le campagne.

IL MODELLO È LA CINA. Per farci un’idea di quanto sarà bello un mondo più vecchio, basta pensare alla vita in città come «Tokyo, dove 30 milioni di persone vivono in armonia, o Hong Kong, dove la fertilità è ancora più bassa che in Giappone». Ma il modello migliore è la Cina, «dove ci sono progetti per adattare le megalopoli e permettere di andare al lavoro senza l’uso della macchina». Non solo, la Cina è ammirevole perché invecchia ed «è il paese che investe di più nell’energia pulita». In realtà, la Cina è anche il paese più inquinato del mondo ma a parte questo bisogna gioire, perché là «in futuro tantissimi nonni avranno solo un nipote» a cui badare e quindi anche i bambini staranno meglio.

I VECCHI SONO MEGLIO DEI BAMBINI. Tutto il mondo, secondo il Guardian, dovrebbe percorrere la strada dell’Europa, di paesi come l’Italia e la Germania, dove la bassa natalità rende la popolazione sempre più vecchia. Questo è un bene, perché «i vecchi hanno bisogno di meno cure rispetto ai bambini. (…) Ogni singolo bambino ha bisogno di attenzioni solo per sé per un lungo periodo di tempo, cosa che la vita moderna sembra in difficoltà a dare».

UN MONDO «VECCHIO, CITTADINO, GREEN». L’invecchiamento della popolazione ancora per un po’ sarà contrastata dall’immigrazione di giovani. Ma non c’è da preoccuparsi, perché «le persone assimilano in fretta i tassi di fertilità dei paesi in cui vanno a vivere». Esultiamo, perciò, perché presto vivremo in un mondo «più grigio, cittadino, premuroso, a basso tasso di crescita e verde (green). Dobbiamo solo raggiungerlo».

@LeoneGrotti

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