
All’Europa manca la politica. E anche la geopolitica

Parlando del bello e del brutto dell’Unione europea, ognuno sceglie la data preferita, come si vede nel dibattito aperto da Robi Ronza su Lisander. Forse si può provare anche con il 1989: perché sì, ci sono il processo istituzionale e l’alternativa tra un’Europa top-down e una bottom-up; ma c’è anche la politica. E, brutto constatarlo, c’è pure la geopolitica, la quale è arrivata come una bomba in un continente che non l’ha presa in considerazione per decenni.
Il 1989 è stato probabilmente l’ultimo anno nel quale l’Europa è stata il centro del mondo. Iniziava la fine di un impero e finivano gli anni della Guerra Fredda: in Germania, simbolo stesso di quell’epoca e delle sue divisioni. Dalla fine della Seconda guerra mondiale e fino a quel momento, gli affari “sporchi” li aveva trattati Washington, con il suo arsenale nucleare, i marines, le navi sugli oceani. Sotto il famoso e capace ombrello, l’Europa aveva potuto pensare a sé stessa, alla propria economia e a cercare di curare le ferite della prima metà del Novecento. Con un certo successo, in alcuni casi notevole. Anche, però, con una dose di verticismo statalista già presente in alcuni manifesti europeisti (Ventotene) e mai del tutto abbandonato.
Mentre, come giustamente sottolinea Ronza, buona parte […]
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