
Eterologa, i signori della provetta spingono per «anonimato dei donatori» e commercio dei gameti. Il ministro spegne gli entusiasmi
«La fecondazione eterologa con gameti estranei alla coppia si può fare anche oggi». Secondo un articolo apparso martedì su Repubblica, la sentenza del 9 aprile con cui la Corte costituzionale ha abolito il divieto imposto dalla legge 40 sarebbe già applicabile. Basterebbero semplici linee guida che, sempre secondo il quotidiano di Largo Fochetti, sarebbero state anticipate in questi giorni durante il congresso europeo dell’Eshre (European Society of Human Reproduction and Embryology), una società fra le più influenti che lavora per diffondere la pratica della fecondazione in vitro in tutto il mondo, paesi poveri e in via di sviluppo compresi.
PRIMA LA LEGGE. Al congresso di Monaco, a cui sono stati invitati i centri di fecondazione privata più importanti del mondo, insieme ai guru della provetta, si starebbe quindi decidendo il futuro dell’Italia. Secondo Repubblica sarà «garantito l’anonimato del donatore»; «il limite d’età non può essere stabilito dalle linee guida»; «dovremmo anche prevedere un giusto compenso» per i donatori di gameti. In questo scenario ogni pratica sarebbe affidata alla contrattazione privata tra centri e utenti.
Peccato che ad oggi sia impossibile procedere così. «Ho convocato in giornata un gruppo di lavoro che entro il 31 luglio sarà in grado di definire gli strumenti per disciplinare e rispondere alla richiesta dell’Unione Europea», è intervenuta alla Camera il ministro alla Salute, Beatrice Lorenzin, chiarendo che «in Italia le linee guida dell’Unione Europea, sulla tracciabilità e la sicurezza relativa alla fecondazione, furono convertite in legge solo in parte, dato che l’eterologa era ancora proibita» e che «adesso dovranno essere recepite interamente e allo stesso modo». In parole povere, il ministro ha spiegato che per fare la fecondazione eterologa in Italia bisognerà aspettare una legge del Parlamento.
EVITARE L’INCESTO. Per ragioni legate alla salute, non solo psicologica ma anche fisica, dei figli, e al fine di evitare che sia verifichino casi di fecondazione fra consanguinei, «è mio dovere garantire meccanismi di controllo precisi», ha detto Lorenzin. Meccanismi in virtù dei quali «siano richieste le informazioni sanitarie sul donatore», ha specificato il ministro, e si «stabilisca la fascia d’età dei donatori», per «evitare la discriminazione verso i figli». È poi necessario che «la donazione sia gratuita, per evitare il commercio». Inoltre è la stessa sentenza della Consulta a richiedere una normativa «quando dice che occorre stabilire il numero massimo di gameti da “donare”».
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