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Anche l’estate ha i suoi neologismi, auguriamoci che durino ancora meno di certi tormentoni musicali. Bastava e avanzava già “movida” a indicare un frullo ebbro di gente, la novità della “mala movida” ci catapulta in una strana età barbarica, bestiale e al contempo viziata. Ne è un caso emblematico, ma non isolato, Gallipoli, perla dello Ionio e balzata ai tristi onori della cronaca di queste settimane ferragostane.
Si parla di turisti stipati in depositi e garage, qualunque antro è stato reso (quasi) abitabile per stoccare coppie, famiglie, gente. E oltre alla bolgia, l’orgia. A quanto pare, coppie di adulti hanno dato pubblico spettacolo sessuale sulla spiaggia della Purità. A volte la cronaca è simbolica suo malgrado. La vacanza è un sano tempo di purificazione, fosse anche solo il prendere fiato nel dolce far nulla di pochi giorni di vero riposo. E c’è la purezza entusiasta di chi si libera di pesanti scorie feriali scalando montagne.
La “mala movida” lascia rifiuti di ogni tipo, l...
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