
«L’energia nucleare è green». Si riaccende lo scontro in Europa

«L’energia nucleare deve essere parte della soluzione»: è questo il succo dell’appello firmato da dieci paesi dell’Unione Europea, e recapitato alla Commissione di Ursula von der Leyen, perché l’atomo non sia escluso dall’insieme di fonti energetiche considerate “green”. A capeggiare il gruppo di Stati membri pro nucleare c’è ovviamente la Francia e l’ostacolo principale, ancora una volta, è la Germania.
«L’energia nucleare è green»
Oltre alla Francia, l’appello è stato firmato da Polonia, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Finlandia, Ungheria, Romania, Slovacchia e Slovenia. Secondo i promotori, l’energia nucleare non può essere esclusa dalla tassonomia verde, lo strumento con cui l’Unione Europea definirà quali attività economiche possono essere considerate “sostenibili” e, di conseguenza, ricevere finanziamenti statali e investimenti speciali.
La Francia, insieme agli altri firmatari dell’appello, sostiene che il nucleare è una fonte energetica pulita e a basso impatto ambientale: «Non esiste alcuna prova scientifica che l’atomo faccia più male alla salute umana o all’ambiente di altre tecnologie per la produzione di energia», si legge nel documento pubblicato anche su diversi media occidentali.
La Germania si oppone al nucleare
Secondo i promotori, inoltre, l’attuale crisi energetica e il recente aumento del prezzo del gas naturale dimostra che il nucleare è fondamentale: «Le fonti rinnovabili sono essenziali per la transizione energetica, ma non sono costanti e da sole non bastano a rispondere al fabbisogno energetico dell’Europa».
I dieci firmatari vogliono che il nucleare sia inserito nella tassonomia verde prima della fine dell’anno per evitare che l’arrivo al governo in Germania dei Verdi renda impossibile l’operazione. In realtà, anche Angela Merkel si oppone alla misura, avendo deciso nel 2011 di iniziare a spegnere le centrali nucleari tedesche per chiuderle definitivamente entro il 2022.
Scontro politico, non scientifico
Berlino, al posto dell’atomo, ha deciso invece di puntare sul gas naturale, spingendo per la costruzione del gasdotto Nord Stream 2 insieme alla Russia (dopo aver impedito all’Italia di fare lo stesso con il Sud Stream).
Anche la transizione energetica, insomma, si rivela terreno di scontro politico tra potenze europee. Vedremo se a spuntarla sarà la scienza o la voglia di alcuni paesi di ottenere, con la scusa dell’ambiente, indebiti vantaggi economici sugli “alleati”.
Foto Ansa
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