È il “motore che illumina le stelle” e grazie alla ricerca promette di diventare per l’uomo una sorgente di energia sicura, abbondante, pulita e praticamente illimitata. Intervista a Matteo Passoni, uno dei maggiori esperti italiani
Un'immagine del 18 febbraio scorso nel cantiere del progetto Iter a Cadarache, in Francia
Anche i fisici e gli ingegneri, ogni tanto, si concedono una battuta. E ce n’è una, in particolare, che gira da decenni: «Chiedi quando la fusione nucleare sarà disponibile per l’uso e avrai sempre la stessa risposta: tra vent’anni». La celia è maligna soprattutto perché le attenuanti, agli studiosi di quello che al momento è ancora solamente un settore di ricerca, non mancano. La fusione nucleare non sarà ciò che «move il sole e l’altre stelle», però è pur sempre la reazione che permette agli astri di emettere luce sfavillante da miliardi di anni. La fusione nucleare è ciò che permette al Sole di continuare a produrre energia, ma potrebbe essere molto di più. Se l’uomo riuscisse a riprodurla in laboratorio, potrebbe ottenere elettricità abbondante, pressoché illimitata, economica, sicura e nel massimo rispetto dell’ambiente. Non si esagera insomma a definirla il Sacro Graal dell’energia.
Ma c’è un motivo (in realtà ben più di uno) se gli studi sono iniziati negli anni Cinqua...