
Elezioni regionali in Lombardia, ecco come si vota e chi vince. Non c’è ballottaggio
Fine settimana alle urne per gli elettori della Lombardia che domenica 24 e lunedì 25 febbraio si recano ai seggi per votare per il rinnovo del consiglio regionale e la presidenza della regione. Per votare, al seggio, è indispensabile portare con sé la propria tessera elettorale e un documento di riconoscimento valido (carta d’identità o passaporto). I seggi rimangono aperti domenica dalle 8 alle 22 e lunedì dalle 7 alle 15.
COME SI VOTA. Si vota su una sola scheda di colore verde che riporta i nomi dei candidati presidenti con a fianco i simboli delle liste ad essi collegate.
È possibile votare:
a) solo per un candidato presidente tracciando un segno (una “x”) sul suo nome;
b) per un presidente e una delle liste collegate tracciando un segno sul nome del candidato presidente e uno sul simbolo della lista;
c) per un candidato presidente e per una delle liste non collegate (cosiddetto “voto disgiunto”) tracciando un segno sul nome del candidato presidente e uno sul simbolo della lista;
d) solo per una lista tracciando un segno sul relativo simbolo (in questo caso il voto è attribuito anche al candidato presidente ad essa collegato).
PREFERENZA. Inoltre, con il voto di lista, è possibile esprimere una preferenza per un solo candidato al consiglio regionale scrivendo nome e cognome o anche solo il cognome del candidato nell’apposito spazio vicino al simbolo della lista.
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NESSUN BALLOTTAGGIO. Non è previsto alcun doppio turno o ballottaggio. Infatti, la nuova legge elettorale approvata come ultimo atto dalla giunta uscente si basa su un metodo di calcolo proporzionale per la ripartizione dei seggi in base ai voti ottenuti dai candidati alla presidenza; abolito il listino bloccato collegato al presidente regionale eletto che in precedenza attribuiva un quinto dei seggi, è rimasto, invece, il premio di maggioranza per chi vince le elezioni: pertanto, alla coalizione che, pur raccogliendo il maggior numero di consensi tra gli elettori, dovesse restare sotto il 40 per cento dei consensi espressi, andrebbe il 55 per cento dei seggi in consiglio regionale; mentre a chi dovesse superare il 40 per cento alle urne andrebbe il 60 per cento dei seggi in consiglio regionale. Il tetto massimo di consiglieri regionali eletti è fissato a 80.
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