Elezioni. La lista dei candidati “impresentabili”? Roba da imam iraniani

Di Redazione
29 Maggio 2015
Tutto il potere alle procure. Il durissimo commento di Massimo Bordin sulla trovata ultra-giustizialista della commissione Antimafia presieduta da Rosy Bindi

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Oggi alle 13, ovvero a quarantotto ore dal voto per le elezioni amministrative e nell’ultimo giorno di campagna elettorale, sarà ufficializzata la famigerata “lista degli impresentabili”. Una trovata della commissione parlamentare Antimafia di cui si è fatto un gran discutere sui giornali in queste settimane e di cui la presidente della commissione Rosy Bindi sembra andare molto fiera. Naturalmente l’elenco è attesissimo soprattutto da quella parte della stampa che – diciamo così – dimostra abitualmente una certa intimità con le procure italiane: nei giorni scorsi, a lista ancora “aperta”, diverse testate nazionali hanno fatto a gara nel mettere alla berlina i presunti “impresentabili” che potrebbero esservi inseriti.

LO SLITTAMENTO SEMANTICO. Ma attenzione, osserva oggi in un articolo per il Foglio Massimo Bordin, storica “voce” di Radio Radicale, da sempre attentissimo ai temi della giustizia: in questa idea «voluttuosa» (soprattutto per i giornali e per i loro lettori in indignazione permanente effettiva) si nasconde un «inghippo» assai pericoloso. «Il cuore della questione – scrive Bordin – non sta nella procedura ma nella semantica», e precisamente «nel significato di una parola: “Impresentabili”». Perché «“impresentabile” è quasi un sinonimo di “incandidabile”», ma la legislazione italiana già prevede i casi di incandidabilità (vedi per esempio la legge Severino), dunque qui «con un leggero e decisivo slittamento semantico la presentabilità diventa un criterio soggettivo e così si svincola dalla legge pur facendola supporre».

GIUSTIZIALISMO «GROTTESCO». Secondo Bordin continua così «il dramma senza sbocchi della nostra politica», iniziato quando alla battaglia parlamentare ed elettorale i “rappresentanti del popolo” hanno deciso di sostituire «una logica secondo la quale “costui non può fare quello che sta facendo ai sensi del comma vattelappesca della legge non so quale”. E spesso il richiamo ai codici non è molto più puntuale e pertinente». Per altro con la trovata di Rosy Bindi questa logica «diventa grottesca», perché, appunto, «la commissione parlamentare vaglierà posizioni di candidati evidentemente già in regola con la normativa vigente in merito alle candidature. Dunque il suo sarà un criterio soggettivo basato sulla storia giudiziaria dei candidati. Vuol dire che nell’elenco tanto atteso ci saranno assolti e prescritti, oltre che solo indagati».

IL CASO DEL “FIGLIO DI ASSOLTO”. Bordin segnala in proposito il «caso davvero singolare» che secondo alcuni organi di stampa potrebbe finire nel libro nero della commissione Antimafia, e cioè un candidato di una lista che sostiene Vincenzo De Luca per la presidenza della Campania «il cui padre è stato processato come prestanome di uno degli Schiavone, i capi dei casalesi. Solo che è stato assolto». Nota l’ex direttore di Radio Radicale: «Una commissione parlamentare che il giorno prima delle elezioni inserisse quel nome in un elenco di “impresentabili” con la qualifica di figlio di assolto, dovrebbe dare da pensare». Naturalmente da parte degli estensori del controverso elenco «si tratta di un parere», concede Bordin, «ma una commissione parlamentare che si inserisce in quanto tale, se non nella preselezione dei candidati come fanno gli imam iraniani, a conclusione della campagna elettorale sulla loro votabilità, non si era mai vista».

LA LEGGE DELLE PROCURE. E ancor più preoccupante, se possibile, è che la lista dell’Antimafia di Rosy Bindi non è elaborata sulla base di sentenze raggiunte alla fine di giusti processi (questi casi, come detto, sono già regolati dalla legge vigente), bensì esclusivamente sulla base di materiale elaborato dalla pubblica accusa. Dunque d’ora in poi «basta una indagine avviata o un ricorso contro una assoluzione» per essere marchiati come “impresentabili”? Se è così, diventa forse insufficiente parlare, come fa Bordin, di «enorme potere delegato alle procure». La sottomissione è totale.

Foto Ansa

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12 commenti

  1. Un'artista e creativa

    va beh, visto che dai libri turistici siamo passati a quelli del Papa (ed eventuali altri in libreria), vi dirò che sono in “flash” da qualche giorno perché in un libro del Pontefice ho letto del dovere di “comunicare verità e bellezza”. Ci fosse anche solo questo “comandamento”, già non ci sarebbe più tempo. Era solo per dire che ‘ste cose mi fanno talmente infuriare che volevo votare Grillo, ma non comunica affatto “verità e bellezza” (grida, trova sfottò strani, minaccia etc..). Politicamente per me è un guaio: ho già provato a smarcarmi dal Pd votando Monti, ma quando toccherà rivotare qui a Milano,per qualsiasi tipo di elezione, “Scelta civica” potrebbe essere semplicemente una cosa che si vota perché ha il nome figo.. Non so per che altro motivo. Sono già passata per Sel e Italia dei Valori e sono state due prese in giro formidabili. Di destra io non sono. Spero che salti fuori qualcosa di “presentabile”!

    1. gipo

      Qualche annetto fa, uno veramente in gamba (oggi sulla via della santità, sperem), chiese al suo popolo di ripartire non dal risultato elettorale (il 32% favorevole all’abrogazione della legge sull’aborto) ma da Colui che dava significato al mondo ed alla storia.
      Oggi, come allora, questa posizione del cuore (prima che della politica) è più vincente che mai!
      Ripartiamo da Uno, affinchè in quell’Uno il suo popolo si riconosca e, riconoscendosi in Colui che dona significato alla storia, trovi la ragione per “perdere del tempo” per la civitas e per la polis.
      Affidiamo a S. Francesco e a S. Caterina da Siena (patroni d’Italia) il lungo cammino; chiamiamo a raccolta “uomini forti e liberi” che donando la loro passione facciano realmente rivivere un movimento di popolo!

  2. Giorgio

    In questo Paese l’unico IMPRESENTABILE deve rimanere BERLUSCA, tutti gli altri hanno il diritto di essere DISONESTI E IMPRESENTABILI. Talvolta TEMPI MI STUPISCE !!!

  3. yoyo

    Lo stile della Bindi è il succo della ideologia del Fatto e dei suoi lettori forcaioli,, per i quali sei colpevole anche se sei assolto, perché sei tu.

  4. Stefano Motta

    E loro Khamenei, almeno astuto, e infatti adesso con l’embargo ha mollato un po’… da noi Rosy Bindi!

  5. Stefano Motta

    Mi ricordo solo un caso analogo nel mondo.
    Io per lavoro vado spesso da 15 anni in Iran, anche quindi in periodi elettorali.
    Ora è un pò meglio, ma nel periodo 2005-2013 circa (con Ahmadinejad) un libero cittadino incensurato poteva certamente essere candidato alle elezioni.
    Solo che le liste ed i candidati andavano prima delle elezioni sottomessi al “Libero Consiglio della Rivoluzione” (già il nome è un torcicollo) presieduto dal Supremo Ayatollah Khamenei che decideva quali liste e candidati erano (o meno) conformi ai dettami del Corano,…cioè “presentabili”.
    Ovviamente rimanevano in pochi, casualmente amici di Khamenei.
    A tal punto….

  6. Filippo81

    Come nel Qatar o nell’Arabia Saudita !

    1. Raider

      Per non lasciare solo completamente solo l’Iran dei pasdaran poliziotti della morale coranica: gli interessi e le interpetazioni possono divergere, ma la radice è quella.

  7. Mamifacciailpiacere

    Avete voluto rosa bunda ? È mo’ arrangiate i… !
    Chi di rospa ferisce , di rospa perisce !
    Di lei diceva Cossiga buonanima “brutta, stupida e cattiva”.

  8. recarlos79

    garantismo prima, tre gradi di giudizio poi, ricorso alla cassazione e prescrizione. ecco il codice etico dei politici italiani. nominati anziché eletti e mai giudicati per gli autentici disastri che fanno. voi li difendete pure.

    1. Emanuele

      …no, io difendo il mio diritto a votare chi mi aggrada, senza interferenze da poteri dello Stato.

      I tre gradi di giudizio e la presunzione di innocenza sono dettami costituzionali che nessuno dovrebbe calpestare. .. e non è certo colpa degli imputati se ci vuole 20 anni per arrivare in cassazione.

      Casomai se la magistratura non investisse ingenti risorse per spiare le persone dal buco della serratura o per intercettare le telefonate di un intero paese, forse i processi durerebbero meno… senza considerare che spesso gli imputati vanno assolti.

      Ma evidentemente questo spionaggio fornisce il materiale per compilare queste liste sensaza senso.

      …contento tu…

  9. gipo

    Senza alcuna volontà polemica mi verrebbe da dire che: L’etica si è sostituita alla morale!

    O forse, siamo di fronte ad un possibile conflitto tra poteri dello stato (volutamente minuscolo):
    l’elettorato passivo non viene già giudicato dalle varie commissioni elettorali e, in ultima istanza, dalla commissione presso la corte d’appello competente per territorio (potere giudiziario)?
    che c’azzecca, per dirla con tonino nazionale, l’intervento della bicamerale antimafia (potere legislativo)?

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