Egoismo nazionale: ecco cosa accomuna il ribelle Tsipras e la Germania dell’austerity

Di Rodolfo Casadei
30 Gennaio 2015
L’Europa della solidarietà e l’Europa del rigore sono paludamenti ideologici dietro i quali si nasconde il vecchio, immarcescibile interesse nazionale

Apparentemente Alexis Tsipras e Jens Weidmann rappresentano due opposti della classe dirigente europea, accomunati solo dal dato biografico di appartenere alla generazione dei quarantenni. Il neo primo ministro greco incarna la rivolta contro le politiche di austerità e le riforme liberiste che Bruxelles ha imposto ai paesi più indebitati o colpiti da crisi bancarie, il governatore della Bundesbank è il baluardo insuperabile del rigore di bilancio e dell’ortodossia finanziaria, basi di un’economia sana e sostenibile.

In realtà l’ellenico e il tedesco hanno in comune molto più che l’età: entrambi agiscono nell’ottica dell’interesse nazionale del loro paese, occultato da elevate dosi di retorica europeista. L’Europa della solidarietà e l’Europa del rigore sono paludamenti ideologici dietro i quali si nasconde il vecchio, immarcescibile interesse nazionale. Detto in termini morali: l’egoismo nazionale. Ha twittato Carl Bildt, ex premier svedese, quando è stato reso noto l’esito del voto ellenico: «Syriza ha vinto le elezioni promettendo che i contribuenti degli altri paesi dell’euro verseranno altri soldi ai greci. Davvero audace».

Non è diverso quello che si può pensare dell’ostruzionismo di Weidmann contro le politiche di Quantitative Easing della Bce, che distrarrebbero i paesi indebitati del sud Europa dalle necessarie riforme sistemiche. In realtà è la prima volta che la Bce fa qualcosa per rispettare uno dei suoi obiettivi statutari, quello di promuovere un’inflazione prossima al 2 per cento nell’Eurozona: alla Germania ha fatto comodo condurre per anni una politica dell’inflazione 0 per guadagnare margini competitivi sugli altri paesi, che si muovevano dentro al parametro del 2 per cento.

Il fatto è che Tsipras e Weidmann, oggetto di opposte critiche in Europa, hanno il pieno sostegno della maggioranza dei loro concittadini. E questo è l’esito logico di un’Europa politica che ha voluto procedere a un’integrazione sempre maggiore strappando semplicemente la sovranità ai cittadini dei vari paesi e consegnandola ai suoi tecnocrati, umiliando sia le comunanze (le radici giudaico-cristiane) che le differenze storico-culturali, imponendo a tutti gli stessi parametri anche quando vanno contro le realtà fattuali. Ovunque si voltino, oggi gli europei hanno l’impressione di non poter decidere nulla, perché nulla di diverso da quanto hanno già deciso tecnocrati, lobby della finanza e Corti europee è possibile.

Come nelle tragedie greche, la hubrys dell’integrazione omologatrice europea oggi incontra la sua nemesi in Ucraina e in Grecia, due regioni di confine fra Oriente e Occidente che la tecnocrazia di Bruxelles ha preteso di assorbire senza capire che ciò non era possibile senza conseguenze nefaste. Mentre sempre più europei si orientano favorevolmente verso forze politiche populiste di destra e di sinistra che danno l’illusione di voler restaurare la sovranità dei popoli. L’illusione, perché il prezzo della libertà è molto più alto di quello che gli Tsipras e i Grillo vogliono far credere.

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14 commenti

  1. Filippo81

    Anche io in Grecia avrei votato tsipras……col ca.. o !Un ‘altro ciarlatano manovrato dalla troika !Sfogatevi votando tsipras ,cari amici Greci, con loro cambierà tutto, ma di fatto non cambierà nulla.A metà via tra grillo e vendola, tsipras è l’ennesima sola ben studiata a tavolino.

  2. Alessandro92

    Per costruire un’unione servono sacrifici, non si può pensare che tutto sia gratuito. In Europa le cose vanno bene finché non è ora di mettere mano al portafogli allora cominciano i problemi. E non riguarda solo i rapporti con l’Ue ma anche all’interno degli Stati membri: basti pensare al caso Italia, alla Germania stessa (Est/Ovest) alla Spagna (Catologna/Andalusia). Ciò detto va ricordata la recente espansione dell’Ue del 2004 e 2007 che ha incamerato tutti stati ex-comunisti in crisi e bisognosi di sostegno. Adesso è il turno di Serbia, Montenegro, Albania e nei fatti già Ucraina, Bosnia, Georgia, forse Cossovo… tutti paesi molto interessanti per carità ma in una condizione di depressione socio-economica incredibile. Che ricchezza porteranno questi nuovi stati una volta membri del club? Guardate i dati sul PIL pro capite e disoccupazione: forza lavoro a basso costo. Questi paesi e quelli già membri dal 2004 avrebbero bisogno di un piano Marshall per risollevare le propri sorti. Ma ora anche la Grecia, il Portogallo, la Spagna e la stessa Italia avrebbero bisogno di un piano Marshall. E allora ecco la BCE creare denaro e iniettare mille miliardi a volta nel sistema: non ci sono alternative per mantenere in piedi il sistema l’hanno capito anche i tedeschi per cui Weidmann può strillare quanto vuole ma il quantitative easing è già realtà, gli eurobond anche, la svalutazione (che gli anti-euro invocano con la lira) sta avvenendo con l’euro. E ora anche Tsipras avrà il contentino: cancellazione del debito? No dilazione dei tempi di pagamento come già lui stesso ha detto agli affaristi di Londra qualche mese fa.
    Ma in cambio dovrà assicurare rigore di bilancio magari con la super tassa sulle grandi ricchezze o qualche altro escamotage. I soldi per la crescita ce li mette la BCE (che li “crea” a costo del l’inflazione però) + quel famoso piano d’investimento della Commisione e avanti così.
    Se si riuscisse attraverso queste misure ad alzare il reddito pro-capite contenendo l’inflazione in TUTTA Europa la ripresa sarebbe servita su un piatto d’argento. Perché si deve tornare a parlare di mercato interno in funzione del benessere dei cittadini europei, al rialzo non al ribasso.
    Altra cosa da fare sarebbe chiudere con le sanzioni alla Russia finché si è in tempo e procedere sulla strada di un libero scambio con la nascente Unione Euroasiatica ma qui la vedo dura. Abbiamo bisogno delle materie prime e dei capitali russi e di un mercato di sbocco per il nostro export ma Putin non è entusiasta dell’idea e in mezzo ci sono Ucraina, Polonia e Lituania, disposte al suicidio economico tanto sono accecate dalla russofobia!

  3. francesco taddei

    fantastico il video in cui il diciottenne tsipras reclama il diritto di bigiare la scuola in barba a professori e genitori. che leader!

  4. Cisco

    Non vedo come si possa sostenere che la tecnocrazia europea abbia voluto fare entrare nell’Unione la Grecia e l’Ucraina: la prima ha fatto sovranamente e letteralmente carte false pur di entrarci; la seconda ancora non c’è entrata e non mi pare che voglia ritornare nell’altra Unione, quella sovietica.
    In generale bisogna capire su quale ideale fondare l’Europa, e quindi anche su quali regole comuni: cambiamo le regole se queste non rispettano la sovranità nazionale (ma nella consapevolezza che la sovranità nazionale ha portato anche a guerre, quindi anch’essa può essere un male); ma non si può pensare di creare una Unione dove ognuno si fa infatti propri. Altrimenti che razza di unione e’?

    1. Filippo81

      Le carte false le hanno fatte su suggerimento (più che altro un offerta che non hanno potuto rifiutare) della goldman sachs di soros e compari, vale a dire coloro che comandano in Europa. Aldilà degli errori e degli sperperi greci, la grande speculazione finanziaria ha visto quella bella torta che era la Grecia e se l’è pappata.Con la falsa rivoluzione di tangentopoli, hanno innescato un processo simile in Italia, e si sono pappati una buona fetta della nostra ricchezza, dando la colpa, ovviamente, al nostro “statalismo”,”stile di vita superiore alle nostre possibilità “(solo per le classi meno abbienti,ovviamente, che hanno scialato a dismisura mentre i benestanti hanno fatto la fame) e in nome della “modernizzazione”, della “rivoluzione liberale”. “lo chiede l’Europa ” e le solite nenie che i poteri forti ci lanciano addosso da oltre 20 anni, con l’efficace ausilio di stampa , tv , politici, economisti ed intellettuali vari !

      1. Cisco

        @Filippo
        Accettare uno swap del debito proposto da Goldmann e’ una aggravante, non una scusante. Non si è certo trattato di circonvenzione di incapace, dato che la Grecia aveva appena aderito all’euro. Fecero bene i cittadini greci a mandare a casa la classe politica socialista e corrotta di allora. E farebbe bene Tsipras a pagare i debiti, se non vuole accorgersi tra qualche mese che i bancomat non funzioneranno più.

        1. Filippo81

          Non è proprio cosi, Cisco, nessuno vuole giustificare o minimizzare la corruzione della classe politica greca, ma le ruberie e i danni che sta facendo la speculazione finanziaria è 100 volte più devastante. Anche in Italia con la scusa di “mani pulite”e della “lotta alla corruzione” le oligarchie finanziarie hanno distrutto un Popolo.Italia e Grecia sono entrambe sotto dittatura finanziaria, altro che tsipras !

          1. Cisco

            @Filippo

            Infatti più si è indebitati, più si è nelle mani della speculazione finanziaria: proprio per questo bisogna pagare i debiti! Se il debito della Grecia è detenuto dalla Troika, chi pensi che pagherà i dipendenti pubblici e le pensioni?

          2. Filippo81

            IL debito pubblico si gonfia GRAZIE alla speculazione finanziaria, Cisco !Nel 1981 l’Italia aveva un rapporto debito/PIL poco più del 50/100 , dopo la brillante operazione di scorporare la Banca d’Italia dal Tesoro e dopo la sfavillante idea di aderire all’Euro abbiamo un rapporto 130/100.Più andremo avanti e più il debito salirà drasticamente-IL debito detenuto dalla troika è moralmente e giuridicamente detestabile.IL PROBLEMA E’ LA TROIKA, Cisco !Ognuno poi la pensa come vuole, giustamente.Distinti saluti e buona giornata, comunque.Senza riacquistare la legittima sovranità monetaria, andremo incontro a un futuro da quarto mondo !

          3. Cisco

            Il debito pubblico – al netto degli interessi – si gonfia grazie al fatto che le spese di uno stato sono maggiori delle sue entrate, cosa puntualmente avvenuta a partire dagli anni 90, prima dell’entrata nell’Euro. La speculazione incide sul costo per il servizio del debito, dato che il tasso di interesse sul debito (in particolare lo spread) è la misura del rischio paese: e un paese più indebitato è anche più rischioso. Con l’entrata nell’Euro la Grecia e l’Italia hanno praticamente dimezzato il costo del debito, il cui rapporto con il PIL è infatti diminuito dal 120% del 98 (ultimo anno della Lira) al 104% del 2008, dopo dieci anni di moneta unica, per poi risalire a causa della stagnazione economica. L’aspetto positivo della politica di austerità convergente della Troika è che consente di avere tassi bassi, perché il rischio è condiviso tra economie forti ed economie deboli, quindi l’esatto contrario di quello che vuole la speculazione finanziaria americana (che nfatti è fortemente anti-europea). Ritenere poi che la sovranità di uno stato dipenda dalla possibilità della sua banca centrale di comprarne i titoli – come peraltro ha iniziato a fare anche la BCE, membro della famigerata Troika – è semplicemente ridicolo: la sovranità di un paese dipende da quello che produce e dalla sua potenza militare. L’Italia ha assistito al boom economico post-bellico dopo una dura sconfitta e grazie al Piano Marshall americano…

          4. filippo91

            Caro Cisco rispetto le tue riflessioni, ma non le condivido assolutamente, rispecchiano il pensiero ufficiale dominante, ma non corrispondono al reale, Distinti saluti, comunque.

          5. Cisco

            Che non siamo d’accordo è chiaro e legittimo, ma mi aspettavo delle argomentazioni diverse dal semplice “siccome è il pensiero ufficiale dominante, allora è sbagliato”. Ricambio i distinti saluti.

          6. Filippo81

            Ci vorrebbe molto tempo, Cisco, per affrontare dettagliatamente il problema,non possiamo farlo in 10 righe. Aldilà di questo,comunque e in breve, io contesto radicalmente le versioni dei fatti che stampa,tv e politica(sia di stampo marxista che liberale ) ci propongono da 25 anni a questa parte relativamente a problemi come debito pubblico, eurozona,privatizzazioni,smantellamento Stato sociale ecc In questo senso intendevo dire (senza nessuna volontà di offenderti e senza alcuna spocchia ) che le tue posizioni mi sembrano vicine a quelle “ufficiali”, in vigore, ma può darsi benissimo che io mi sbagli. Comunque , con rinnovata stima, ti auguro buona serata .

  5. recarlos79

    gli interessi nazionali sono legittimi. il problema è non farci le guerre per risolverli. l’antieuropeismo è la reazione all’accentramento di poteri dell’eurocrazia, sostenuto dall’ideologie europa uguale bene assoluto (vedi napolitano e mario mauro). perché abolire i popoli e le nazioni per un superstato che avrebbe l’obbligo di riconoscere le proprie origini cristiane se i cristiani non se ne preoccupano? meglio una alleanza tra stati, una grande svizzera, dove un governo federale svolge poche essenziali funzioni di regolazione delle questioni fra stati (mercato comune ed energia), come prevedeva la ceca all’origine (una pace collaborativa fra nazioni, non la scomparsa di esse). ppe e pse viaggiano verso questa omologazione e appiattimento che a parole dicono di voler combattere (il ppe di cristiano non ha più quasi nessuno, salvo Farina e Malgieri. ma sono stati rieletti?). meglio che ogni nazione si identifichi in quello che chiede il proprio popolo, piuttosto che la distruzione degli stati e il rafforzamento dei localismi regionali. sussidiarietà si ma in uno stato unito, visto che di esempi europei di nazioni federali e unite ci sono. poi tra l’indebitamento e le tasse su tutto per rientrare col bilancio e la sussidiarietà nei servizi per abbassare le tasse e l’inflazione (come fanno i cattivoni tedeschi), per proteggere il potere di acquisto e facilitare le imprese, meglio la seconda. è che ci vuole coraggio e competenza per farlo.

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