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Turchia, un Erdogan in affanno cerca aiuti e distensione coi paesi arabi

Di Rodolfo Casadei
11 Novembre 2022
Continuano le ricadute negative per Ankara dopo l’intesa col governo libico per lo sfruttamento delle risorse energetiche nel Mediterraneo orientale. Guai con l'Egitto, mentre l'economia va male
Turchia Recep Tayyip Erdogan
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan (foto Ansa)

Continuano le ricadute negative per la Turchia della firma del memorandum d’intesa col governo libico del primo ministro Abdulhamid Dabaiba per lo sfruttamento delle risorse energetiche nel Mediterraneo orientale del 3 ottobre scorso. Due anni di negoziati per il riavvicinamento con l’Egitto e il riallacciamento delle relazioni diplomatiche appaiono compromessi, dopo le recenti dichiarazioni del ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry alla tivù al-Arabiya. Il ministro ha affermato che tutte le parti dovrebbero intrattenere rapporti soltanto con l’esecutivo libico presieduto da Fathi Bashagha, dovendo considerarsi quello di Dabaiba ormai scaduto e non più rappresentativo. Esso non può quindi firmare accordi per lo sfruttamento delle risorse energetiche sottomarine, e quando questo malauguratamente avviene, le relazioni fra i paesi della regione si avvicinano a un punto di crisi.
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