
Egitto: sospetti ladri linciati in pubblico e impiccati secondo la sharia. Ministro: «Morte dello Stato»
Quando un ministro della Giustizia di un paese dichiara la «morte dello Stato» non è mai un buon segno. È successo ieri in Egitto e il ministro Ahmed Mekky ha pronunciato queste parole commentando la morte di due uomini, sospetti ladri che a Sammound, villaggio del governatorato di Gharbiya, sono stati linciati pubblicamente e poi impiccati a un lampione da un gruppo di civili.
APPLICAZIONE DELLA SHARIA. Ai due uomini è stata inflitta la “haraba”, pena prevista dalla sharia per chiunque terrorizza o uccide persone per derubarle. Secondo gli imam questa pena dovrebbe essere inflitta, al massimo, dallo Stato e invece i cittadini si sono fatti giustizia da soli. «Quando i cittadini applicano la giustizia da soli contro banditi e ladri o creano posti di blocco nelle città, significa che lo Stato è morto» ha detto il ministro. L’uso della forza, ha proseguito il membro del governo dei Fratelli Musulmani, «è una prerogativa dello Stato, se questo potere è trasferito ai cittadino allora lo Stato o non c’è più o è ingiusto».
MILIZIE ISLAMICHE. L’uccisione dei due uomini arriva una settimana dopo le dichiarazioni del procuratore generale dell’Egitto Talaat Abdullah, secondo cui i cittadini hanno il diritto di difendersi da soli e addirittura arrestare i sospetti. Dopo il conferimento del potere di arresto ai cittadini, gruppi politici islamisti hanno esultato affermando che «i gruppi politici hanno il diritto di avere le loro proprie forze di polizia per combattere il crimine nelle strade». Sono stati dunque subito confermati i timori espressi da un membro dell’esercito: «Questa mossa aprirebbe le porte alla formazione di milizie private e allo spettro della guerra civile. Il procuratore generale vuole legalizzare le milizie di Fratelli Musulmani e salafiti».
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