
Egitto. Restaurata l’ultima chiesa distrutta dagli islamisti nel 2013

Il 7 gennaio, data del Natale ortodosso copto, la più importante Messa della provincia di Minya, in Egitto, sarà celebrata nella chiesa di Anba Moussa al-Asswad. Si tratta della chiesa più importante bruciata e distrutta dai Fratelli Musulmani nel 2013, quando si scagliarono in massa contro i cristiani per vendicarsi del colpo di Stato dell’esercito, che il 3 luglio depose il presidente della Fratellanza Mohamed Morsi. La chiesa di Anba Moussa è finalmente stata restaurata e la riapertura sarà celebrata dal vescovo copto di Minya, Anba Macarius, il 5 gennaio alla presenza di funzionari dello Stato e dell’esercito.
84 CHIESE DISTRUTTE IN POCHI GIORNI
Nell’agosto del 2013 i Fratelli Musulmani assaltarono e distrussero 84 chiese e circa 150 scuole, case, imprese e orfanotrofi cristiani a Minya. Gli islamisti cercarono di dividere la popolazione egiziana su base confessionale, ma fallirono nel loro intento. I copti infatti non reagirono in modo violento contro i musulmani, secondo l’ammonimento del “Papa” copto Tawadros II: «Questo è il sacrificio che offriamo per l’Egitto. È meglio avere una patria senza chiese che delle chiese in una patria senza cristiani».

Il governo garantì che avrebbe aiutato i cristiani a restaurare tutte le 84 chiese colpite e con la riapertura del tempio di Anba Moussa la promessa si può ritenere mantenuta. Nel 2015, solo poche chiese erano state riaperte, ma il processo di ricostruzione ha ricevuto un’accelerata dopo la promessa fatta nel 2016 dal presidente Abdel Fattah al-Sisi ai cristiani copti: «Ricostruiremo tutte le chiese. Non per farvi un favore, ma perché ve lo dobbiamo».
SEGNALE DI SPERANZA
La riapertura di Anba Moussa è un segnale di speranza per l’Egitto e per tutti i cristiani, che nel 2013, una settimana dopo la sua distruzione, si erano riuniti tra le rovine per celebrare Messa. Come disse allora il vescovo Anba Macarius: «Siamo qui per affermare che la Chiesa non è un edificio. La Chiesa è dentro ognuno di noi, sacerdoti e laici; è nei nostri cuori e nelle nostre anime. Oggi celebriamo la Messa alla luce dello splendore non delle icone o delle candele, ma della bellezza vivente dell’Eucaristia». Ora anche la chiesa di pietra è stata ricostruita perché, come disse Tawadros II, «la mano del male distrugge, brucia e uccide; ma la mano di Dio preserva, rafforza, benedice e costruisce».
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