Il governatore islamista di Luxor nominato da Morsi si dimette per le proteste degli egiziani

Di Redazione
24 Giugno 2013
Intanto l'esercito minaccia i manifestanti per la protesta oceanica del 30 giugno contro Morsi al Cairo: «Non permetteremo che l'Egitto venga investito da un conflitto incontrollabile»

Dopo una settimana di proteste ininterrotte, gli egiziani sono riusciti a far dimettere da governatore di Luxor Abdel Mohamed al-Khayat. La nomina al-Khayat fatta dal presidente appartenente ai Fratelli Musulmani Mohamed Morsi ha destato lo stupore di migliaia di egiziani dal momento che l’uomo è membro di un gruppo estremista islamico (al-Gamaa al-Islamiya) che nel 1997 ha ucciso 58 turisti nella Valle dei re egiziana, proprio vicino a Luxor.

EGITTO COME LUXOR. Luxor è la località più turistica dell’intero Egitto e i cittadini temevano che la nomina di un estremista potesse allontanare i visitatori. Al-Khayat, dimettendosi, ha dichiarato di dimostrare in questo modo di «anteporre gli interessi della collettività ai miei privati». Migliaia di residenti di Luxor hanno esultato alla notizia delle dimissioni e centinaia di migliaia di egiziani sperano che la protesta del prossimo 30 giugno avrà lo stesso effetto nei confronti del governo. Domenica prossima infatti è prevista una manifestazione oceanica di milioni di persone al Cairo per chiedere elezioni anticipate e le dimissioni di Morsi da presidente del paese.

INTERVIENE L’ESERCITO. La manifestazione rischia di scadere in violenza se è vero che diversi estremisti islamici hanno già minacciato i manifestanti che ci sarà «un massacro» se cercheranno di far dimettere Morsi. L’esercito, ieri, ha annunciato però che non permetterà che il paese venga investito da «un conflitto incontrollabile». Il generale Sisi, che è anche ministro della Difesa, ha dichiarato che le forze armate «non resteranno in silenzio mentre l’Egitto entra in un buco nero. La società è divisa ma se continua così lo Stato egiziano stesso è a rischio». L’esercito è quindi pronto ad entrare in azione se domenica la protesta scadrà in attacchi violenti a edifici del governo.

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