Egitto. Due chiese assaltate dai Fratelli Musulmani, che annunciano la «marcia del milione di persone»

Di Leone Grotti
30 Luglio 2013
A Minya, l'esercito ha impedito ai sostenitori dei Fratelli Musulmani di distruggere due chiese. Intanto la Fratellanza chiede a tutti i musulmani di scendere in piazza

Le chiese egiziane di Al-Azraa e Anba Ebram, a Minya, sono state attaccate l’altro giorno da un gruppo di sostenitori di Mohamed Morsi. Solo l’intervento dell’esercito e di alcuni giovani musulmani hanno impedito agli assalitori di entrare negli edifici.

«MOLOTOV CONTRO LE CHIESE». La notizia è stata diffusa dal portavoce dell’arcivescovo del monastero Mawas: «Hanno lanciato bombe molotov contro le chiese – ha dichiarato all’agenzia Mena – ma non sono riusciti ad entrare grazie all’intervento dell’esercito e di un gruppo di cristiani e musulmani». Anche la chiesa di El-Eslah è stata attaccata.

RESISTENZA A OLTRANZA. L’assalto alle chiese di Minya è solo l’ultimo, in ordine di tempo, da quando il presidente dei Fratelli Musulmani Mohamed Morsi è stato deposto. I sostenitori della Fratellanza hanno dichiarato che continueranno a «combattere fino a quando non sarà reinsediato». Migliaia di islamisti, dopo gli scontri di questo fine settimana con l’esercito, che avrebbe ucciso almeno 75 manifestanti, continuano il sit-in davanti alla moschea di Rabaa al Adawyia e nonostante l’ultimatum dell’esercito non sono intenzionati a lasciare il presidio del luogo, dove sembra siano nascosti molti responsabili della Fratellanza contro i quali i giudici hanno spiccato mandati di cattura.

GUERRA CIVILE. I responsabili degli islamisti ancora in libertà, sono oltre 400 gli attivisti già arrestati, hanno chiesto di scendere in piazza oggi per la «marcia del milione di persone» all’insegna dei «martiri del colpo di Stato». Se l’esercito risponderà ancora con la forza, si teme una nuova guerra civile.

@LeoneGrotti

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