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«Di’ una cosa di sinistra», implorava Nanni Moretti rivolgendosi a D’Alema. Diciamola noi: egemonia culturale. È un concetto caro a Gramsci che indica le varie forme di «dominio» o di «direzione intellettuale e morale» da parte di un gruppo o di una classe capace di imporre ad altri gruppi i propri punti di vista fino alla loro “interiorizzazione”. Oggi non c’è bisogno di “rivoluzioni” proletarie: sono le pratiche quotidiane e le credenze condivise a garantire i presupposti per un perfetto sistema di controllo. Pensare di dominare una realtà sociale attraverso la politica è illusorio e inutile: il vero potere è quello della definizione stessa della realtà.
L'aborto e l'egemonia culturale
Propongo un tema esemplare di cui non parla (non “può” parlare) ormai nessuno: neanche la destra italiana lo fa più e Melania Trump è intervenuta a smussare l’insostenibile arretratezza del marito (o a racimolare il voto dei tanti repubblicani americani abortisti). Non si tratta qui di riaccendere una...
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