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«Quelli sono due “pali”, bassa manovalanza», «si vende droga sui motorini come le mozzarelle», «gli stupratori di Palermo? Dei gentlemen al confronto di questi di Caivano», «a dieci anni guidano il motorino portando sul sellino le sorelline di tre», «a undici anni ti fai 100 euro spacciando», «lo so che voi siete qui per lo stupro, ma il mio terrore di mamma è la droga. Quello che non gli posso dare io glielo possono dare quei bastardi», «soldi facili. Tentazioni. E poi le sparatorie. Qui sparano come niente», «chiudo gli occhi e sogno un figlio ammazzato da una pallottola volante».
Eccolo, il Parco verde di Caivano, Napoli, raccontato ai giornali dai suoi abitanti a poche settimane dallo stupro delle due cuginette di 13 anni, abusate per mesi da sei orchi quasi tutti minorenni, e dal funerale di “Giogiò” Giovanbattista Cutolo, ucciso per un parcheggio in piazza Municipio da un 17enne con una Beretta in tasca e un tentato omicidio alle spalle. Terra di camorra, cocaina, crack...
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