
Eco usa Berlusconi e Hitler per polemizzare e lanciare i suoi nuovi saggi
Qual è il modo migliore per annunciare l’uscita di una nuova fatica editoriale? Scatenare una polemica, come paragonare Berlusconi a Hitler, poche settimane dopo aver fatto un’apparizione pubblica sul palco del Palasharp, nella manifestazione anti berlusconiana del 5 febbraio scorso.
Così Umberto Eco approfitta della 25ma fiera del libro a Gerusalemme per far sapere che il suo nuovo libro si chiamerà “Costruire il nemico” e sarà una raccolta di saggi strettamente connessi all’ultimo romanzo uscito lo scorso anno: “Il cimitero di Praga”. Quel romanzo che l’Osservatore romano aveva definito troppo ambiguo per quanto riguarda il trattamento del tema dell’antisemitismo: «Denunciare l’antisemitismo mettendosi nella parte degli antisemiti non serve a smascherarli, ma solo a suscitare un crescente disgusto per la narrazione».
Un racconto confutato in toto dalla storica Lucetta Scaraffia, che si chiedeva se non ci fosse il rischio che le continue descrizioni della perfidia degli ebrei facessero nascere un sospetto di ambiguità, certo non voluta da Eco ma aleggiante in tutte le pagine del libro. «A forza di leggere cose disgustose sugli ebrei, il lettore rimane come sporcato da questo vaneggiare antisemita». E ora si viene a sapere che nuovi saggi saranno incentrati su questo.
Ma Umberto Eco fa di meglio e dichiara il suo disprezzo per Berlusconi, definendolo peggio di Hitler. Peggio di Hitler? Ma siamo sicuri? «Anche lui giunse al potere senza manipolare le elezioni. Come Berlusconi, che ha vinto con il supporto della maggioranza degli italiani». Chiarissimo, certo. Ma solo per lui.
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