E se anziché “negru” fosse stato “gras”?

Di Fred Perri
14 Gennaio 2021
Il Minculpop antirazzista scatenato sul quarto uomo romeno di Psg-Basaksehir. Ora basta. A ogni discriminazione pretendo la vostra solidarietà
Sebastian Coltescu

Articolo tratto dal numero di gennaio 2021 di Tempi. Questo contenuto è riservato agli abbonati: grazie al tuo abbonamento puoi scegliere se sfogliare la versione digitale del mensile o accedere online ai singoli contenuti del numero.

Purtroppo, quando leggerete queste poche, sporche e inutili righe, il Santo Natale sarà passato. Ne sono rammaricato, bastardi: avrei voluto rovinarvelo. Vi parlerò di quel quarto uomo romeno che si trovò in uno stadio vuoto. Il poveretto aveva pure un collega sordo, che non capiva una cippa, e continuava a ripetergli: «Ma chi devo cacciare?». E lui: «Quello negru».

Ora, negru, come è stato ampiamente spiegato, in romeno sta per nero, non c’è distinzione come da noi. La difesa non è servita. «Il razzismo – ha spiegato il Minculpop antirazzista – è segnalare la diversità del colore. Tu non avresti mai detto quello bianco». Beh, no, anche perché in panchina erano quasi tutti bianchi.

Parentesi: nessuno ha detto nulla della lezione sui diritti civili che ci siamo beccati dal satrapo Erdogan. Ma pensa te. Se foste stati, invece di andare al parco Kruger a vedere gli ippopotami che fanno il bidet, al Museo dell’Apartheid di Johannesburg, capireste che il razzismo è un’altra storia. Raccontate a un sudafricano nero degli anni Settanta di questo razzismo e si metterebbe a ridere.

Se da espellere fossi stato io, comunque, il quarto uomo avrebbe detto «quello gras» (così è in romeno) e nessuno avrebbe avuto nulla da sindacare. Beh, ora basta. Fat lives matter. A ogni discriminazione pretendo la vostra solidarietà. Però, al posto dello schermo nero, postiamo un bel piatto di trenette al pesto.

Foto Ansa

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.